Latte alla spina: se la montagna non va da Maometto…

e in moltissimi Paesi europei esiste ormai da un pezzo la distribuzione del latte crudo biologico appena munto, finalmente anche in Italia questa sana abitudine sembra prendere decisamente piede, nonostante le polemiche degli ultimi anni.

Chi l’ha detto che viviamo un periodo di vacche magre? Mai pensiero fu più errato. In barba a qualsiasi luogo comune, è bene che sappiate che sono proprio loro, le Signore Bovine di razza Frisona e Jersey, ad esser generose. E già, perché se in moltissimi Paesi europei esiste ormai da un pezzo la distribuzione del latte crudo appena munto, finalmente anche in Italia questa sana abitudine sembra prendere decisamente piede, nonostante le polemiche degli ultimi anni.

Così a Roma, dopo il distributore fisso di latte biologico (guarda il video del servizio fatto sul TG3), spunta quello mobile, a prova dei consumatori più pigri. I camioncini refrigerati dell’azienda Biolà sono pronti a portarvi il latte dalla campagna fin sotto casa, attraversando i quartieri dell’Urbe, da Ciampino alla Garbatella, dall’Eur a Monteverde, e seguendo un calendario di appuntamenti settimanali. La procedura è semplice: così come per quello fisso, anche per il distributore mobile basta introdurre le monete a seconda della quantità desiderata e il latte alla spina è servito. E se ci si vuole fregiare del titolo di perfetto consumatore sostenibile, è bene portarsi da casa la propria bottiglia di vetro, facile da ripulire e riutilizzabile all’infinito.

Ma cos’è il latte crudo biologico? E davvero fa bene? In pratica, a fare la differenza è la mancata pastorizzazione: il latte crudo, cremoso e dal sapore intenso, è quello sottoposto soltanto a un trattamento di filtrazione e refrigerazione a 4° C e null’altro. Il latte, munto a circa 37° C, viene subito raffreddato con un sistema ad acqua gelida, che impedisce un eventuale innalzamento della carica batterica.

Quanto ai benefici, l’alto valore nutrizionale è all’uopo dimostrato. La pastorizzazione e, quindi, il trattamento con il calore, distrugge almeno il 10 per cento delle vitamine B1, B6 e B12 e il 25 per cento della vitamina C presenti nel latte crudo. Inoltre, rende l’organismo incapace di assorbire l’acido folico, ossia quella vitamina che tanto è importante per i nostri nervi, la circolazione del sangue e lo sviluppo embrionale. Come se non bastasse, la pastorizzazione può inattivare anche i veicoli delle proteine dello zinco, del siero e del ferro. Una catastrofe! In più, consideriamo quanto il buon latte crudo giovi anche a portafogli e ambiente. Un litro di latte biologico è venduto ad un prezzo medio di 1,00 euro, a fronte di 1,55 euro per un litro di latte pastorizzato fresco. Prezzo, questo, che schizza all’inverosimile se ci si vuole viziare con latte ad “alta digeribilità”, addizionati di Omega3, di calcio e chi più ne ha più ne metta. Questi prezzi comprendono imballaggi (inquinanti) pubblicità (noiosa) e trasporti chilometrici (disastrosi). Al contrario, il latte crudo non è impacchettato e non viene trasportato per chilometri e chilometri. Non solo, ma se il latte erogato dai distributori non finisce entro un giorno, da esso vengono prodotti ricotta e altri tipi di formaggi squisiti. Insomma, il caro vecchio globo ce ne renderà merito.

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