Le compriamo per praticità e velocità nell'uso, ma le insalate in busta sono davvero sicure per la nostra salute o vanno lavate prima di essere consumate?
Le insalate confezionate in busta, già lavate e pronte all’uso, rappresentano una soluzione facile per chi vuole introdurre più verdure nella propria alimentazione quotidiana, ma non ha molto tempo da dedicare alla spesa al mercato e alla pulizia dei prodotti ortofrutticoli.
Ma c’è da fidarsi quando si comprano questi prodotti, o il rischio di mangiare qualcosa di insalubre è reale? Sulla maggior parte delle confezioni di insalata in busta si legge infatti la scritta “già pulito” – eppure molte persone non si fidano e preferiscono dare alle foglie una “lavatina” in più.
In realtà, come sostenuto dagli esperti della Food and Drug Administration (FDA), le verdure etichettate come “già lavate” o “pronte da mangiare” possono essere mangiate subito, senza essere lavate dopo essere state estratte dal sacchetto.
Questo perché le foglie confezionate in busta vengono sottoposte ad un triplo lavaggio di tipo industriale, effettuato subito dopo la raccolta, che ha lo scopo di eliminare le tracce di terreno ma anche gli eventuali batteri presenti nel suolo.
La manipolazione da parte nostra, attraverso un lavaggio non effettuato correttamente, potrebbe avere un effetto addirittura dannoso, portando alla contaminazione di un prodotto che era già pulito.
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Diverso è il caso in cui notiamo la presenza di un liquido giallognolo sul fondo della busta: si tratta del liquido che viene rilasciato dalle foglie di insalata danneggiate e andate a male, soprattutto se il prodotto è stato confezionato diversi giorni prima dell’acquisto.
Le foglie marce hanno permesso la proliferazione dei batteri che possono contaminare l’intero contenuto della busta e che possono rappresentare un rischio per la nostra salute. Se dunque notiamo la presenza di liquido, accertiamoci innanzitutto che le foglie non danneggiate non siano andate a male.
Facciamo un rapido controllo qualità. Verifichiamo innanzitutto l’odore all’apertura della confezione: se c’è odore di rancido, meglio buttare l’intera confezione. Controlliamo poi il colore delle foglie e la consistenza delle stesse per valutare se vale la pena mangiarle.
In questo caso, lavare l’insalata non è un’opzione da trascurare, ma come farlo nel modo corretto? Prima di procedere con la pulizia dell’insalata, assicuriamoci di aver lavato accuratamente le mani e le superfici che entreranno in contatto con la verdura, per limitare al minimo la contaminazione batterica.
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Perché non dovremmo comprare l’insalata in busta
L’insalata confezionata nelle buste di plastica può rappresentare una scelta occasionale, dettata dalla fretta o da una esigenza specifica, ma non può diventare un’abitudine. Sono infatti numerosi i punti a sfavore dell’insalata imbustata che ci dovrebbero spingere all’acquisto di un prodotto fresco:
- Il costo. Una busta di insalata confezionata da 250 grammi costa quanto un cespo di lattuga fresca da un chilo.
- La contaminazione batterica. Anche se lavate accuratamente in modo meccanico, basta una sola foglia marcia per contaminare l’intero contenuto della busta, con il rischio di dover buttare tutta l’insalata.
- Le proprietà nutrizionali. Le insalate imbustate perdono rapidamente vitamine e sali minerali, diventando quindi povere dal punto di vista nutritivo.
- La plastica. È inutile ribadire lo spreco di materiale plastico utilizzato per confezionare le foglie di insalata, che potrebbe essere risparmiato scegliendo un prodotto sfuso.
La replica del Gruppo IV Gamma di Unione Italiana Food
A seguito della pubblicazione del nostro articolo, il Gruppo IV Gamma di Unione Italiana Food – che rappresenta le imprese che operano nel settore della IV Gamma – ci ha inviato alcune precisazioni sugli ortaggi lavati e pronti all’uso:
Prezzo: il costo dei prodotti di IV gamma non può essere equiparato a quello degli ortofrutticoli di I gamma. Si tratta di prodotti diversi, in quanto la IV gamma rientra fra i prodotti immediatamente pronti per il consumo. Il suo costo, dunque, è giustificato dall’alto valore di servizio, dai processi tecnologici alla base della loro preparazione e dagli accurati sistemi di verifica dei parametri igienico-sanitari e di conservazione. Inoltre, si tratta di un costo netto, poiché non ci sono scarti. Il prodotto di IV Gamma, essendo già mondato, lavato e porzionato è a “scarto zero”, in quanto il contenuto della confezione è disponibile per il consumo nella sua interezza, senza scarto.
Dal punto di vista nutrizionale, gli ortaggi di IV gamma sono equiparabili a quelli di I gamma. Le inevitabili perdite di nutrienti rispetto agli ortofrutticoli appena colti, legate alla lavorazione dei prodotti di IV gamma – inferiori rispetto a quelle derivanti dalla conservazione e dal lavaggio “fai da te” degli ortofrutticoli di I gamma – non ne precludono comunque la qualità e l’utilità all’interno di una dieta sana ed equilibrata in quanto una eventuale perdita minima di minerali o di vitamine non ne intacca la qualità nutrizionale. Oltretutto il ruolo principale dei prodotti vegetali è soprattutto quello di fornire fibra, acqua e volume, tutti elementi capaci di abbassare la densità energetica della dieta e che risultano particolarmente utili in una società colpita da problemi alimentari dovuti all’enorme disponibilità di calorie e nutrienti. Si deve tenere conto, infine, che la disponibilità di vegetali freschi pronti al consumo facilita l’impiego di verdura e frutta nella dieta di un numero crescente di persone che, per vari motivi, ne farebbe a meno se dovesse prepararseli acquistando ortaggi di I gamma.
Dal punto di vista della sostenibilità, va sottolineato come i prodotti di IV Gamma:
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garantiscano la sicurezza alimentare. La qualità e la sicurezza dal punto di vista igienico degli ortofrutticoli di IV gamma vengono assicurati attraverso un lavaggio e un’asciugatura accurati. Le aziende di IV Gamma associate a Unione Italiana Food, con l’obiettivo di certificare e garantire la sicurezza alimentare, ogni anno effettuano su tutta la filiera produttiva migliaia di controlli a cui si aggiungono le molteplici e continue verifiche ufficiali da parte degli enti preposti: il quadro complessivo che ne risulta è di un prodotto sicuro. L’Italia a livello europeo rappresenta una delle eccellenze sul mercato internazionale, eccellenza riconosciuta e dimostrata dal quantitativo di prodotti venduti in Italia ed esportati.
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Riducono le perdite e gli sprechi alimentari. Il prodotto di IV Gamma, essendo già mondato, lavato e porzionato è a “scarto zero”, in quanto il contenuto della confezione è disponibile per il consumo nella sua interezza, senza scarto. Gli scarti di produzione, inoltre, vengono riutilizzati al 100%, prevalentemente per l’alimentazione animale, in un’ottica perfettamente circolare, senza quindi essere buttati come avviene invece nel caso della pulizia dei prodotti di I gamma. Dal punto di vista dei consumi le aziende investono continuamente in innovazione tecnologica volta ad efficientare i processi produttivi riducendo continuamente il fabbisogno di acqua ed energia. In ogni caso il processo aziendale è notevolmente più efficiente di quello domestico; ad esempio, il procedimento di lavaggio industriale consuma circa il 90% di acqua in meno rispetto a quello domestico, a parità di prodotto.
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