Cosa c'entrano gli imballaggi alimentari con il cancro al seno? Apparentemente nulla, se non fosse che questi in molti casi rilasciano proprio una serie di sostanze cancerogene
Il cancro al seno è una delle forme tumorali più diffuse al mondo, colpisce infatti milioni di donne ogni anno. I fattori genetici e ormonali svolgono indubbiamente un ruolo importante nello sviluppo della malattia, ma negli ultimi anni si è fatta sempre più strada l’ipotesi che l’esposizione a sostanze tossiche e contaminanti ambientali possa contribuire ad aumentarne il rischio.
Tra le sostanze che potrebbero alimentare il tumore al seno, spiccano i composti chimici presenti nei materiali a contatto con gli alimenti, che potrebbero migrare nel cibo e accumularsi nel nostro organismo.
Torniamo a parlare dunque dei rischi “invisibili” degli imballaggi alimentari. A riaccendere l’attenzione è in realtà una nuova ricerca scientifica svizzera.
Secondo lo studio, condotto dal Food Packaging Forum e pubblicato su Frontiers in Toxicology, sono quasi 200 le sostanze chimiche potenzialmente cancerogene presenti negli imballaggi alimentari. Ma quante specificatamente possono aumentare il rischio di cancro al seno? Si tratta di 189 sostanze (potenziali e confermati cancerogeni mammari) presenti in diversi materiali che si trovano spesso a contatto con i cibi (in particolare plastica e cartone) e dunque utilizzati nella realizzazione di imballaggi alimentari.
Come si legge nel comunicato del Food Packaging Forum:
Vi è evidenza di esposizione a 76 potenziali e confermati cancerogeni mammari da FCM (materiali a contatto con i cibi, n.d.r), 61 dei quali (80%) provengono dalla plastica. (…) I 76 potenziali cancerogeni mammari recentemente rilevati e confermati erano in FCM acquistati da mercati in tutto il mondo, tra cui Brasile, Canada, Cina, Ghana, Egitto, Unione Europea (Austria, Danimarca, Germania, Grecia, Ungheria, Polonia, Spagna), India, Iran, Malesia, Messico, Nigeria, Siria, Turchia e Stati Uniti. Ciò indica un’esposizione continua della popolazione globale a queste sostanze chimiche in condizioni di utilizzo realistiche.
Per arrivare ad affermare questo, i ricercatori hanno confrontato il database delle sostanze chimiche migranti con una lista di potenziali cancerogeni per il seno sviluppata dal Silent Spring Institute.
Hanno così scoperto che gli imballaggi alimentari possono essere veicoli di esposizione continua a sostanze che favoriscono lo sviluppo del cancro.
La cosa più inquietante è che gli imballaggi alimentari che contengono queste sostanze cancerogene sono prefettamente legali, provengono infatti da mercati regolamentati come l’Unione Europea e gli Stati Uniti. Ciò dimostra in modo chiarissimo che le normative attuali sono inadeguate a prevenire l’esposizione ai composti dannosi.
La dottoressa Jane Muncke, Managing Director del Food Packaging Forum, ha sottolineato che questo studio rappresenta un’importante opportunità di prevenzione del cancro. Ridurre l’esposizione a queste sostanze chimiche può infatti avere un impatto diretto sulla salute pubblica, ma è un campo ancora poco esplorato e su cui c’è molto da lavorare, anche in ambito normativo (oltre che sensibilizzando – se possibile – le aziende).
Ormai è chiaro: siamo esposti in modo cronico a queste sostanze, con tutti i rischi che ciò comporta.
I potenziali pericoli degli imballaggi alimentari sono già noti
Questa, tra l’altro, non è la prima ricerca che evidenzia i rischi per la salute dell’utilizzo degli imballaggi alimentari. Vi abbiamo parlato solo pochi giorni fa di uno studio internazionale che ha confermato il pericolo, avendo scoperto che sono oltre 3mila le sostanze che da contenitori di plastica, cartone, ecc. possono migrare nel cibo e, di conseguenza, nel nostro corpo.
D che sostanze parliamo? Metalli pesanti, composti organici volatili e sostanze perfluoroalchiliche (PFAS), ma anche ftalati e altre sostanze chimiche pericolose, spesso associate a problemi endocrini e – appunto – ad un aumentato rischio di cancro (e non solo al seno).
Sugli Pfas, poi, ci sarebbe da fare un discorso a parte, vista la loro diffusione. E anche i nuovi Pfas, è stato recentemente scoperto, presenti negli imballaggi alimentari in carta possono essere pericolosi. Ve ne abbiamo parlato in un precedente articolo: Nuovi Pfas più sicuri negli imballaggi alimentari in carta? “No, possono contaminare cibo e ambiente”, lo studio.
Le nuove ricerche scientifiche, insomma, non lasciano spazio a molti dubbi. Quando ci si occuperà seriamente di questa questione?
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Fonti: Food Packaging Forum / Frontiers in Toxicology
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