La curcuma viene abitualmente adulterata con cromato di piombo per ravvivare la sua tonalità dorata. E l’esposizione al piombo, una neurotossina, aumenta il rischio di malattie cardiache e cerebrali. Un problema grossissimo in Asia, ma pare che il Bangladesh stia riuscendo a invertire questa tendenza
La curcuma, una pianta da fiore della famiglia dello zenzero, è da tempo apprezzata nella medicina ayurvedica per le sue proprietà antinfiammatorie e, soprattutto nelle cucine asiatiche, per il suo sapore terroso e la sua tonalità vibrante. Ma per i milioni di asiatici del sud che la consumano abitualmente, il colore giallo della curcuma può essere ingannevole e addirittura mortale.
Per esaltarne il colore (la curcuma di colore giallo più vivace viene solitamente venduta a prezzi più alti. Ma serve anche a mascherare la curcuma difettosa), infatti, i rizomi da cui si estrae la spezia vengono abitualmente spolverati con cromato di piombo, un pigmento industriale giallo-arancio utilizzato per colorare plastica e mobili. Una pratica diffusa talmente tanto che aiuta a spiegare perché proprio in Asia meridionale ci siano i più alti tassi di avvelenamento da piombo del mondo.
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Le malattie cardiache e cerebrali che provoca, a cui i bambini sono particolarmente sensibili, qui hanno causato almeno 1,4 milioni di morti nel 2019 e, quanto ai costi, si stima che in quell’anno l’avvelenamento da piombo abbia ridotto la produttività dell’Asia meridionale dell’equivalente del 9% del PIL.
Eppure, con politiche intelligenti, leadership illuminata e messaggi astuti questa piaga può essere notevolmente ridotta. Il Bangladesh ha dimostrato come.
Curcuma tossica, il caso del Bangladesh
Tra il 2014 e il 2018 un gruppo ricercatori della californiana Stanford University ha dimostrato in uno studio il collegamento tra un consumo elevato di curcuma e un’alta concentrazione di livelli di piombo nelle donne incinte delle aree rurali del Bangladesh. In seguito, grazie alla loro collaborazione e a quella del Centro internazionale per la ricerca sulle malattie diarroiche del Bangladesh, nel 2019 il Paese ha lanciato una potentissima campagna nazionale di sensibilizzazione contro l’adulterazione della curcuma.
L’adulterazione della curcuma è stata infatti dichiarata un reato, con multe salate per i distributori che non rispettano le indicazioni del Governo. Una delle strategie chiave impiegate dal Bangladesh è stata l’uso di trasferimenti di denaro per incentivare gli agricoltori a produrre curcuma di alta qualità. Fornendo sostegno finanziario agli agricoltori che rispettavano gli standard di qualità, il governo ha incoraggiato la produzione di curcuma incontaminata. Questo approccio non solo ha garantito la disponibilità di curcuma sicura sul mercato, ma ha anche migliorato i mezzi di sussistenza degli agricoltori.
Ora, secondo i dati ufficiali resi pubblici da The Economist, in due anni la percentuale di curcuma prodotta in Bangladesh in cui c’erano tracce di piombo è passata dal 47% a zero, senza costi eccessivi o ripercussioni. L’iniziativa ha comportato una drastica riduzione della quantità di piombo maneggiata dai dipendenti delle fabbriche in cui si lavora la curcuma, per i quali i livelli di piombo nel sangue si è ridotto in media del 30%, e a livello nazionale si stima che la campagna di sensibilizzazione possa aver salvato migliaia di vite.
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Fontei: The Economist / Stanford University
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