L’incremento dei casi di obesità e diabete di tipo 2 è fonte di grande preoccupazione sanitaria, soprattutto in alcuni Paesi. Tra questi il Galles dove, secondo i dati di Public Health Wales, il 60% delle persone è in sovrappeso, e un bambino su quattro è obeso entro i cinque anni. Inoltre, il numero di persone con diabete di tipo 2 ha raggiunto livelli record.
Il governo gallese ha deciso allora di prendere una posizione netta, nel tentativo di contrastare l’utilizzo del cosiddetto “cibo spazzura” o “junk food” che spesso è, non solo goloso e appetibile, ma anche economico.
Si è pensato di agire frenando le offerte e i prezzi al ribasso dei supermercati di alimenti considerati non salutari, impedendo anche strategie come il “due al prezzo di uno”, “3×2”, ecc. su alcuni cibi.
In particolare, il nuovo provvedimento riguarderà cibi che hanno un contenuto di grassi, zuccheri o sale superiore alla quantità giornaliera raccomandata, sui quali verranno appunto imposte restrizioni. Ciò non significa che verranno vietati questi alimenti ma semplicemente che non sarà più possibile venderli in offerta e il Governo lavorerà a stretto contatto con i rivenditori per regolare i prezzi.
Si cercherà anche di frenare gli acquisti impulsivi di cibo spazzatura chiedendo ai rivenditori di non promuovere determinati articoli alla fine dei corridoi o accanto alle casse (pratica che come sappiamo è molto comune in tutti i supermercati).
Il viceministro per la salute mentale e il benessere, Lynne Neagle, ha dichiarato:
Questa legislazione porterà avanti il nostro impegno per migliorare le diete e aiutare a prevenire l’obesità in Galles. Il nostro obiettivo è riequilibrare i nostri ambienti alimentari verso prodotti più sani, in modo che la scelta sana diventi la scelta più facile.
Il tutto sarà fatto abbastanza gradualmente, si inizierà infatti a partire dal 2024 ma è previsto un periodo di adattamento fino al 2025. La normativa si applicherà a tutte le imprese che impiegano più di 50 persone.
La decisione è stata accolta con una serie di reazioni contrastanti. Mentre alcuni cittadini la vedono come un passo verso un futuro più sano nel Paese, tra i rivenditori si temono l’impatto economico e le possibili conseguenze per i consumatori. Il Welsh Retail Consortium ha espresso preoccupazioni per la limitazione delle promozioni sui prezzi dei prodotti nelle offerte pasto, sottolineando l’importanza della concorrenza per mantenere bassi i prezzi.
Numerosi rivenditori, infatti, dispongono attualmente di offerte per il pranzo che combinano un panino, una bevanda e uno spuntino a un prezzo fisso.
C’è poi chi ritiene che sarebbe più efficace inserire avvertenze sanitarie sulle confezioni degli alimenti, come avviene per le avvertenze sanitarie sui pacchetti di sigarette e chi pensa che la scelta di cosa acquistare, se cibi con più o meno sale e zucchero, debba rimanere personale e non essere influenzata dal prezzo.
La Scozia aveva già considerato misure simili nel 2020, ma la pandemia ha portato a sospendere il disegno di legge. In Inghilterra, cambiamenti simili sono stati ritardati dal governo britannico, sottolineando l’attuale questione dei prezzi elevati dei prodotti alimentari. Il Regno Unito, però, sta cercando di agire su più fronti e ha deciso anche di vietare la pubblicità di cibo spazzatura in tv in determinati orari. Leggi anche: Lotta al junk food: niente pubblicità di cibo spazzatura in tv fino alle 21 in UK
Ma anche in altri Paesi, come la Germania, si discute di introdurre normative simili. Leggi anche: Questi pediatri si sono uniti contro la pubblicità del cibo spazzatura, chiedono una legge che le vieti subito in Germania
Sarà il caso che anche l’Italia segua questa scia? Che ne pensate?