Con l’approvazione finale della Camera dei Deputati sono diventati legge i divieti di produzione e commercializzazione di carne coltivata e il meat sounding per le carni vegetali, ovvero l’utilizzo di termini come “salame” o “bistecca” per prodotti a base di proteine vegetali. La legge prevede sanzioni da 10mila a 60mila euro per ogni violazione
Dopo il via libera dal Senato di luglio scorso, oggi anche la Camera ha ufficialmente approvato il disegno di legge che vieta la produzione e la commercializzazione di carne coltivata in Italia.
Ora sarà il Presidente della Repubblica a dover firmare il ddl, che verrà poi pubblicato in Gazzetta Ufficiale e diventerà legge a 15 giorni di distanza. Tra le misure previste, il disegno di legge dispone che chiunque vìoli le disposizioni potrà essere soggetto a multe dai 10 mila ai 60 mila euro.
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Nello specifico, le legge vieterà la produzione e la vendita delle carni sintetiche e l’uso delle denominazioni legate alla carne per prodotti costituiti da alimenti vegetali. Ciò vuol dire che il provvedimento riguarda anche l’etichettatura dei prodotti plant-based, vietando l’utilizzo di nomi di alimenti di origine animale, legati al mondo della carne.
Questa misura danneggia direttamente le aziende italiane che realizzano prodotti a base di proteine vegetali, consumati regolarmente da un italiano su due, dicono da Esseri Animali. Le ricerche di settore dimostrano di fatto che l’Italia è il terzo mercato europeo per i prodotti a base vegetale, con un aumento delle vendite del 21% tra il 2020 e il 2022.
Per quanto riguarda invece l’impatto sull’ambiente, studi peer-reviewed — a differenza di quello non ancora soggetto a revisione paritaria che è spesso citato per osteggiare la carne coltivata — dimostrano che la carne a base cellulare potrebbe ridurre, in confronto alla carne bovina convenzionale, le emissioni fino al 92%. Potrebbe inoltre tagliare fino al 94% l’inquinamento atmosferico associato alla produzione di carne e fino al 90% l’utilizzo di terreni.
Ora che il provvedimento è stato approvato alla Camera, il Governo dovrà ripresentare la notifica all’Ue. In quel caso rischia una procedura di infrazione. Ad oggi, infatti, la commercializzazione della carne coltivata è vietata in tutta l’Unione europea, ma è in attesa che l’EFSA, Autorità per la sicurezza alimentare europea, riceva dagli Stati membri la richiesta di esprimere il proprio parere sulla sicurezza di questo prodotto. Se l’EFSA dovesse pronunciarsi favorevolmente e aprire la strada alla commercializzazione in Ue, il divieto di importazione contenuto nella legge approvata oggi dal nostro Parlamento potrebbe essere giudicato in contrasto con il principio di libero scambio tutelato dal diritto europeo. Da lì la possibile infrazione.
Attualmente, la carne coltivata è stata approvata per la commercializzazione solo a Singapore e negli Stati Uniti.
Una decisione che non piace
Mentre nella Camera dei deputati la maggioranza approvava con 159 voti a favore e 53 contrari il disegno di legge che vieta la produzione e commercializzazione di carne coltivata, fuori al Palazzo Chigi c’era grossa tensione.
Come tutti sanno, ad aver appoggiato fortemente il ddl è stata la Coldiretti. Ma stamattina proprio gli esponenti dell’Associazione, in primis il presidente Ettore Prandini, in presidio davanti alla Galleria Colonna, hanno avuto un violento diverbio con i due deputati di +Europa Riccardo Magi e Benedetto Della Vedova, che a loro volta manifestavano contro la legge di fronte alla sede del Governo.
L’ennesima conferma di come simili decisioni dividano nettamente in due il Paese, che ci pare in realtà ancora ben lontano dall’adeguarsi a un futuro davvero sostenibile.
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