Se bevi il “Bubble Milk Tea”, devi conoscere gli effetti collaterali appena scoperti da un nuovo studio

Una bevanda apparentemente innocua che spopola fra i giovanissimi di tutto il mondo nasconde un lato oscuro finora sottovalutato, connesso alla dipendenza da zuccheri e caffeina

Il bubble milk tea è una bevanda nata in Asia nella seconda metà del secolo scorso, ma che ha conosciuto negli ultimi anni una esplosiva diffusione anche in Occidente – complice la vera e propria ossessione che molti adolescenti hanno sviluppato per il gusto e le tradizioni orientali (diffusi anche grazie a cartoni, film, musica e social network).

Si tratta di una bevanda dolce a base di tè (nero o verde) e latte, arricchita dalla presenza di “perline” gommose a base di amido di tapioca e succhi di frutta o altri sciroppi dolci (ananas, frutti rossi, caffè, cioccolato…).

Una bevanda dall’apparenza innocua, che nasconde tuttavia un lato oscuro – come hanno dimostrato i ricercatori della Tsinghua University di Pechino in uno studio appena pubblicato.

Il bubble milk tea provocherebbe una vera e propria dipendenza nei consumatori abituali, connessa allo sviluppo di problemi psicologici quali ansia, depressione, istinti suicidi.

Leggi anche: Hai una dipendenza dallo zucchero? 10 segnali per riconoscerla e come combatterla

Lo studio

I ricercatori cinesi si sono chiesti se il bubble milk tea possa essere considerato pericoloso per la salute visto l’enorme aumento dei consumi di questa bevanda nel Paese, soprattutto fra i più giovani.

Anche se non contiene alcol, il bubble milk tea è comunque una bevanda che crea dipendenza in chi la consuma – a causa dell’enorme contenuto di zucchero e caffeina.

Queste due sostanze, se appena assunte possono stimolare il rilascio di dopamina e far sentire subito meglio chi le ha ingerite, nel lungo periodo portano a un peggioramento dell’umore, a una maggiore propensione all’isolamento sociale, a sintomi depressivi.

Utilizzando una scala riconosciuta per determinare le dipendenze (che assegna un punteggio a fattori quali il desiderio persistente, l’incapacità di astenersi dal consumo, l’eccessiva indulgenza verso se stessi), i ricercatori hanno dimostrato che molti giovani cinesi sono effettivamente dipendenti dal bubble milk tea.

Quasi la metà degli intervistati ha affermato di bere almeno una tazza di tè al latte a settimana, ignorando le conseguenze di questa azione a livello fisico (aumento delle carie, obesità, sviluppo del diabete) e psicologico (ansia, isolamento sociale, istinti suicidi, depressione).

In Cina come altrove nel mondo, il consumo di bubble milk tea potrebbe essere legato al desiderio di emulare le abitudini dei ragazzi alla moda, copiandone comportamenti “vincenti”, oppure al bisogno di regolare stress ed emozioni negative con un surplus di zuccheri.

Secondo i ricercatori, sono necessarie ulteriori indagini per comprendere meglio questo fenomeno, magari monitorando il consumo di questa bevanda su una scala temporale più lunga e per un numero maggiore di soggetti coinvolti.

Tuttavia, i risultati attuali sono già indicativi di una situazione piuttosto grave, che potrebbe essere arginata con interventi politici come la limitazione della pubblicità relativa al bubble milk tea, lo sviluppo di campagne di educazione alimentare nelle scuole, la minore diffusione di luoghi in cui è possibile acquistare bevande dolci.

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Fonte: Journal of Affective Disorders

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