Sono questi i 10 cibi più contaminati e pericolosi che mettiamo in tavola in Italia, la nuova black list 2023

Un'analisi della Coldiretti rivela che oltre l'80% dei prodotti alimentari pericolosi in Italia, secondo i dati del sistema di allerta Rapido (Rassf), proviene dall'estero, con cibi come fichi secchi turchi, pesce spagnolo e carni di pollo polacche ai primi posti nella black list degli alimenti più contaminati e pericolosi

Il carrello della spesa degli italiani, alle prese con i rincari e con una serie di prodotti economici provenienti dall’estero, potrebbe nascondere più pericoli di quanto si possa immaginare. Ci sono infatti alcuni cibi che, potenzialmente contaminati da pesticidi, aflatossine, mercurio o da microrganismi come salmonella, Escherichia coli o Norovirus possono rappresentare un serio rischio per la salute dei consumatori.

A presentare la black list dei 10 cibi più contaminati che si consumano in Italia è Coldiretti. L’analisi si è basata sui dati del sistema di allerta Rapido (Rassf), che rivelano appunto quali sono i cibi pericolosi che finiscono sulle tavole degli italiani.

Come sottolinea Coldiretti:

In Italia oltre otto prodotti su dieci pericolosi per la sicurezza alimentare provengono dall’estero (86%). Sul totale dei 317 allarmi rilevati nel 2022 106 scaturivano da importazioni da altri Stati dell’Unione Europea (33%) e 167 da Paesi extracomunitari (53%) e solo 44 (14%) hanno riguardato prodotti con origine nazionale.

Secondo i dati elaborati da Coldiretti, i prodotti alimentari e le bevande provenienti dall’estero risultano essere dieci volte più pericolosi rispetto a quelli di produzione italiana. Secondo l’ultimo rapporto dell’Efsa del 2023, che analizza i dati nazionali sui residui di pesticidi, il 6,4% dei prodotti agroalimentari importati presenta residui chimici irregolari oltre i limiti di legge in Italia. Questo valore è significativamente più elevato rispetto alla media dello 0,6% riscontrata nei campioni di origine nazionale.

In situazioni di allerta alimentare, le principali preoccupazioni derivano dalla difficoltà di rintracciare rapidamente i prodotti a rischio al fine di ritirarli dal commercio. Questa problematica genera un calo di fiducia nei consumatori, portando a una diminuzione generalizzata dei consumi e spesso questo scenario mette in difficoltà interi settori economici.

Ma ora arriviamo al sodo e scopriamo la black list dei cibi più contaminati.

La black list dei cibi più contaminati e pericolosi

Ecco la top 10 dei cibi più contaminati, provenienti da diversi Paesi, che rischiano di finire sulle tavole degli italiani:

  • Fichi secchi (Provenienza: Turchia) – Pericolo: Aflatossine, sostanze altamente cancerogene
  • Pesce spada e tonno – Provenienza: Spagna – Pericolo: Elevato contenuto di mercurio
  • Carni di pollo (Provenienza: Polonia) – Pericolo: contaminazione da salmonella
  • Mitili (Cozze e Vongole) – Provenienza: Spagna – Pericolo: Contaminazione da Escherichia coli e salmonella
  • Pistacchi (Provenienza: Turchia) – Pericolo: Elevato contenuto di aflatossine cancerogene
  • Ostriche (Provenienza: Francia) – Pericolo: Norovirus
  • Pistacchi (Provenienza:USA) Pericolo: Aflatossine
  • Erbe e spezie (Provenienza: India) – Pericolo: Pesticidi
  • Pistacchi (Provenienza: Iran) – Pericolo: Aflatossine
  • Litchi (Provenienza: Cina) – Pericolo: Pesticidi

Sulla pericolosità dei fichi secchi provenienti dalla Turchia si era già espresso un test tedesco che aveva evidenziato come quasi un terzo dei campioni, sul totale di fichi analizzati, superava i livelli massimi per l’ocratossina A o per le aflatossine B1, B2, G1 e G2. La maggior parte dei campioni proveniva proprio da questo Paese, il più grande produttore al mondo.

Leggi anche: Attenzione ai fichi secchi: un terzo di quelli analizzati dal test tedesco contiene micotossine oltre i limiti

Anche della carne di pollo proviente dalla Polonia che ha fatto scattare un’allerta in diversi Paesi europei abbiamo già parlato in diversi articoli. Leggi anche: Salmonella nel kebab e nella carne di pollo: continua l’allerta in Europa (e ci sono stati 2 casi anche in Italia)

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Fonte: Coldiretti

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