L’Autorità europea per la sicurezza alimentare nel novembre del 2021 rivalutò tutti i rischi da bisfenolo A negli alimenti, proponendo anche di abbassare la dose giornaliera tollerabile (DGT) di 4 µg/kg di peso corporeo
Prodotto sin dagli anni ’60, il bisfenolo A (BPA) è una sostanza chimica molto utilizzata praticamente in tutti i Paesi industrializzati come monomero nella produzione di oggetti in policarbonato (PC) destinati a venire a contatto con gli alimenti e bevande (come stoviglie riutilizzabili), o usata per la sintesi di resine epossifenoliche, impiegate come rivestimenti per le lattine di bibita e barattoli di latta per alimenti. Ma cosa dobbiamo sapere quindi noi consumatori per essere sicuri?
Il BPA viene utilizzato anche per altre applicazioni non alimentari come vernici a base di resine epossidiche, dispositivi medici, inchiostri da stampa e ritardanti di fiamma, mentre un’applicazione diffusa del BPA è anche nella carta termica utilizzata per gli scontrini di cassa.
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Da diversi anni, però, il BPA è una sostanza controversa e recentemente è stata classificata come interferente endocrino, ossia in grado di alterare la funzione del sistema endocrino e provocare effetti negativi sulla salute di un organismo intatto.
Cosa dobbiamo sapere? L’ABC per non ingerire bisfenolo
Per ridurre l’assunzione di BPA possiamo mettere in atto alcune azioni utili:
- cercare prodotti che riportano la dicitura BPA-free in etichetta
- utilizzare bottiglie di plastica BPA-free o di acciaio inossidabile o di vetro, piatti in carta biodegradabile o ceramica e tante altre soluzioni green
- se vengono utilizzati contenitori in plastica di policarbonato, controllare sempre il loro stato di usura, perché più la plastica è rovinata più vi è la possibilità che questa trasferisca BPA all’alimento
- verificare le disposizioni del Comune di appartenenza per smaltire gli scontrini, affinché non entrino nel ciclo del riciclo della carta
Sappiate, inoltre, che il ricorso al BPA nei materiali plastici a contatto con gli alimenti è autorizzato ai sensi del Regolamento dell’Unione Europea N. 10/2011 e nel corso degli ultimi anni la Commissione Europea ha stabilito limiti e divieti. Per essere certi di rispettare le limitazioni è possibile rivolgersi a laboratori accreditati, come i laboratori pH, che permettono di determinare, tramite prove come test di migrazione, sostanze come il BPA utilizzando tecniche e strumentazione di ultima generazione.
Le limitazioni e i divieti imposti dalla Commissione Europea sul BPA
Nel gennaio 2011 la Commissione europea ha vietato l’impiego del BPA per la produzione di biberon per l’infanzia in policarbonato. Nel febbraio 2018 l’Unione europea abbassò il limite di migrazione specifica per il BPA nei materiali a contatto con gli alimenti, sia plastici che i rivestimenti, e aggiunse il divieto di utilizzo di BPA per la fabbricazione di tazze o bottiglie in policarbonato destinate ai lattanti (bambini età <12 mesi) e ai bambini della prima infanzia (1-3 anni).
Per la carta termica il Regolamento dell’Unione europea del 2016 ha imposto una restrizione per il BPA e in particolare, dopo il 2 gennaio 2020, non è ammessa l’immissione sul mercato della sostanza BPA nella carta termica in una concentrazione uguale o superiore allo 0,02 % in peso.
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Fonte: TÜV Italia
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