Aggiungevano acqua e zuccheri non naturali dell'uva, così sono stati sequestrati più di 30mila litri di prodotto vinoso.
Scoperte nella provincia di Roma delle “cantine fantasma” volte alla produzione e al commercio di vini sofisticati
Aggiungevano acqua e zuccheri non naturali dell’uva, così sono finite sotto la lente di ingrandimento delle vere e propri cantine vinicole “fantasma”: sequestrati più di 30mila litri di prodotto vinoso, circa 60 litri di vari aromi sintetici, caramello e altre sostanze idonee alla sofisticazione dei vini per complessivi 1000 litri, oltre ad attrezzature varie e vasi vinari. Il tutto per un valore superiore ai 500mil euro.
È quanto emerge dalla operazione Ghost wine dell’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi di Roma e dei Carabinieri del NAS di Roma che, con i militari dell’Arma Territoriale, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Tivoli, hanno disposto indagini anche su cinque persone, deferite perché ritenute responsabili di aver prodotto e posto in commercio vini sofisticati e con false denominazioni di origine.
L’indagine – secondo quanto riferito dal Mipaaf – scaturisce dai risultati di analisi chimiche su campioni di vini DOP/IGP, tenuti in uno stabilimento enologico in provincia di Roma, da parte del laboratorio ICQRF di Perugia, che hanno evidenziato la presenza di acqua e zuccheri non naturali dell’uva. Le attività dei soggetti indagati si sarebbero avvalse di “compiacenti forniture di vini da parte di altre cantine che cedevano prodotti comuni anche in nero”.
I quantitativi di vini e prodotti rinvenuti hanno fatto anche emergere una sostanziale incongruità tra i quantitativi di vini acquistati e quelli detenuti e rivenduti e una illecita utilizzazione di denominazioni di origine DOP/IGP laziali e di altre regioni italiane.
Fonte: MIPAAF
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