Metomil, un altro veleno rischia di finire sulle nostre tavole. Il Rasff, il sistema di allerta rapido europeo (RASFF) della Commissione Europea, ha lanciato un nuovo allarme. Questa sostanza è stata rilevata nell'uva proveniente dal Perù, pronta per essere immessa nel mercato italiano
Metomil, un altro veleno rischia di finire sulle nostre tavole. Il Rasff, il sistema di allerta rapido europeo della Commissione Europea, ha lanciato un nuovo allarme. Questa sostanza è stata rilevata nell’uva proveniente dal Perù, pronta per essere immessa nel mercato italiano.
Su segnalazione del Ministero della salute, il Rasff ha notificato l’allerta che ha portato al ritiro della frutta dalle vendite, a scopo cautelativo. Potrebbe contenere il Metomil, un pesticida pericoloso per la nostra salute.
A dirlo è stato la Environmnental Protection Agency (EPA), seconco cui è estremamente tossico se ingerito e moderatamente tossico se inalato. Si tratta di un inibitore della colinesterasi negli esseri umani ad alte dosi. Ciò significa che può sovrastimolare il sistema nervoso con conseguente nausea, vertigini, confusione e ad esposizioni molto elevate (ad es. incidenti o sversamenti maggiori), paralisi respiratoria e morte.
“Per minimizzare gli impatti sulla salute, l’EPA ha classificato i prodotti metomilici utilizzati in contesti agricoli come uso limitato, il che significa che possono essere utilizzati solo o sotto la diretta supervisione di applicatori appositamente formati e certificati” si legge sul sito ufficiale.
Si tratta di un insetticida ad ampio spettro che viene usato per uccidere i parassiti, una sostanza altamente tossica per l’uomo, il bestiame, gli animali domestici e la fauna selvatica. Per questo, l’UE e il Regno Unito hanno imposto un limite di residui di pesticidi di 0,02 mg/kg per mele e arance.
I prodotti contenenti l’1% di metomil sono disponibili al pubblico per la vendita al dettaglio, ma le formulazioni più potenti sono classificate come pesticidi ad uso limitato.
Dal 2015, sta cercando di fare luce non solo sul prodotto ma anche sulla sua etichettatura, in modo da chiarire gli usi approvati in agricoltura.
Al momento non sono stati resi noti i lotti di uva contaminati e non si sa se siano già stati immessi sul mercato italiano, al quale erano destinati.
Vi terremo aggiornati qualora ci fossero altre novità.
Il nostro consiglio è sempre quello di preferire frutta di stagione, meglio se autoprodotta, prodotta localmente o acquistata dal contadino di fiducia.
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Francesca Mancuso