Tonnellate di cibo conservato senza etichette e in condizioni igieniche pessime, destinato ai turisti di due stabilimenti balneari a Scilla, in provincia di Reggio Calabria
Ennesimo sequestro di alimenti avariati e conservati in condizioni igieniche scarse. Siamo a Scilla, provincia di Reggio Calabria: qui i Carabinieri del NAS hanno sequestrato 1.300 Kg di alimenti in cattivo stato di conservazione. Il cibo sarebbe stato in possesso di due stabilimenti balneari della nota località turistica dello Stretto di Messina.
L’indagine ha preso avvio quando si è visto che i due lidi balneari oggetto del sequestro servivano ai turisti cibi trasportati sul posto all’interno di autovetture, e non preparati al momento come di solito accade negli stabilimenti turistici.
Seguendo la pista delle auto che trasportavano i piatti pronti, i Carabinieri sono arrivati ad un capannone situato nei pressi dello svincolo autostradale fuori il centro urbano, adibito a deposito di provviste e cucina per la preparazione di piatti destinati agli stabilimenti balneari.
Inutile dire che le condizioni igienico-sanitarie, all’interno degli stabilimenti, erano scarsissime. Gli agenti dei NAS hanno rinvenuto, all’interno di congelatori a pozzetto e celle frigorifero, oltre una tonnellata di prodotti ittici (pesce spada e calamari), preparati di pesce e di verdure (involtini di pesce spada, parmigiana, insalata di polipo), ma anche prodotti da forno dolci e salati.
Ennesimo sequestro di alimenti avariati e conservati in condizioni igieniche scarse. Siamo a Scilla, provincia di Reggio Calabria: qui i Carabinieri del NAS hanno sequestrato 1.300 Kg di alimenti in cattivo stato di conservazione. Il cibo sarebbe stato in possesso di due stabilimenti balneari della nota località turistica dello Stretto di Messina.
L’indagine ha preso avvio quando si è visto che i due lidi balneari oggetto del sequestro servivano ai turisti cibi trasportati sul posto all’interno di autovetture, e non preparati al momento come di solito accade negli stabilimenti turistici.
Seguendo la pista delle auto che trasportavano i piatti pronti, i Carabinieri sono arrivati ad un capannone situato nei pressi dello svincolo autostradale fuori il centro urbano, adibito a deposito di provviste e cucina per la preparazione di piatti destinati agli stabilimenti balneari.
Inutile dire che le condizioni igienico-sanitarie, all’interno degli stabilimenti, erano scarsissime. Gli agenti dei NAS hanno rinvenuto, all’interno di congelatori a pozzetto e celle frigorifero, oltre una tonnellata di prodotti ittici (pesce spada e calamari), preparati di pesce e di verdure (involtini di pesce spada, parmigiana, insalata di polipo), ma anche prodotti da forno dolci e salati.
Si trattava perlopiù di prodotti congelati senza confezioni né etichette con informazioni relative alla provenienza, alla data di scadenza e alle modalità di conservazione degli alimenti. Insomma, alimenti conservati male, utilizzati come ingredienti per piatti cucinati in condizioni di sporcizia, serviti infine ai bagnanti sulla spiaggia.
Ma non solo: la mancanza dell’abbattitore nel laboratorio ha indotto gli agenti del NAS a ipotizzare che i preparati venivano congelati, poi decongelati e cotti ed ancora congelati e stipati per essere poi consumati dai clienti dei lidi balneari, la cui salute veniva messa in condizioni di serio pericolo. In particolare, il pesce spada sottoposto a sequestro si presentava di colore smorto e molliccio al tatto, mentre i calamari venivano decongelati immersi in acqua rischiando la proliferazione di batteri.
Tutto il cibo sequestrato dai Carabinieri è stato immediatamente distrutto da una ditta specializzata. A carico del responsabile legale dei lidi balneari oltre alla denuncia a piede libero, sono scattate sanzioni per un importo complessivo di 6.000 euro e l’immediata sospensione dell’attività del laboratorio/cucina e del deposito.
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Fonte: Comando Carabinieri N.A.S. di Reggio Calabria
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