In Francia le autorità stanno indagando su morfina e codeina contenuti nel pane ai semi di papavero.
Le autorità sanitarie francesi hanno rilevato la presenza di morfina e codeina in baguette e panini ai semi di papavero, in seguito all’allarme proveniente dal Centro antiveleni di Parigi riguardante alcune persone con “livelli anormalmente alti di alcaloidi (morfina e codeina) nelle loro urine”.
L’allerta arriva da una dichiarazione congiunta da parte della Direzione generale per la concorrenza, i consumatori e il controllo delle frodi (DGCCRF) e la Direzione generale della sanità nella quale si raccomanda di evitare di mangiare troppo pane di semi di papavero.
I semi di papavero, usati nei cosiddetti farmaci oppioidi, sono noti specialmente per le loro proprietà analgesiche. Raccolti dal bulbo essiccato del papavero da oppio (Papaver somniferum), cioè, i semi contengono tracce di oppiacei, ma di solito in quantità tanto minime da non in grado di provocare conseguenze nell’uomo. In questo caso, probabilmente, i semi sono stati contaminati da composti nel gambo attraverso pratiche di raccolta non professionali oppure per l’effetto di danneggiamento dovuto a parassiti.
È per questo che le autorità francesi stanno agendo al fine di “identificare l’origine di questa contaminazione e per determinare se i prodotti attualmente commercializzati sono interessati” e intanto la DGCCRF raccomanda di evitare i semi di papavero in “quantità significative”, soprattutto prima di guidare (o prima di qualsiasi altra attività che richieda concentrazione) o di popolazioni a rischio (donne in gravidanza o che allattano, bambini, persone con rischio di ritenzione urinaria e persone con rischio respiratorio).
Il consumo di alimenti contenenti tali livelli di alcaloidi può portare a sintomi quali:
- sonnolenza
- confusione
- affaticamento
- arrossamento del viso
- prurito
- secchezza delle fauci
- nausea
- vomito
- stitichezza
- ritenzione idrica
Ma in Italia?
L’Italia è tenuta (come del resto la Francia) a seguire le linee guida emanate nel 2014 dalla Commissione europea sulle buone pratiche per prevenire e ridurre la presenza di alcaloidi dell’oppio nei prodotti a base di semi di papavero. Le fasi di lavorazione, come il lavaggio, il trattamento termico e la macinatura, ridurrebbero il contenuto di alcaloidi tra il 25% e il 100%.
Infine, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) ha confermato il valore di sicurezza – o dose acuta di riferimento (ARfD) – di 10 μg per chilogrammo di peso corporeo basato sul contenuto di morfina nei semi di papavero, tenendo conto però anche del contenuto di codeina nel calcolo dell’esposizione alimentare.
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Germana Carillo