Salmonella nei Kinder: la Ferrero ancora non ha rimborsato tutti i consumatori in Francia, ecco cosa sta accadendo

Si continua a parlare dell'allerta salmonella dell'aprile scorso che ha riguardato il cioccolato Kinder. In Francia alcuni consumatori ancora non hanno avuto i rimborsi dalla Ferrero che, da parte sua, ha spiegato cosa sta accadendo

Impossibile dimenticare lo scandalo che ha coinvolto alcuni prodotti Kinder (Ferrero) che, contaminati da salmonella, hanno provocato in Europa intossicazioni alimentari ad oltre 400 persone (quasi tutti bambini). Leggi anche: Salmonella nel cioccolato Kinder: i casi ufficiali in tutto il mondo sono stati oltre 450 (e quasi tutti bambini)

L’Italia, fortunatamente, è stata coinvolta in modo molto marginale dall’allerta sui prodotti Kinder ma in altri Paesi, come ad esempio la Francia (uno di quelli in cui si sono registrati più casi di salmonella legati al consumo di cioccolato), si continua a parlare di questo problema. Alcuni consumatori, infatti, lamentano di non aver ancora ottenuto i rimborsi dovuti, nonostante le richieste inoltrate alla Ferrero.

A tornare sulla questione è la rivista dei consumatori francesi 60 Millions de Consommateurs, che ha raccolto una serie di testimonianze di clienti che, da aprile, ancora aspettano i rimborsi. Il tutto mentre iniziano già a comparire sul mercato europeo i primi calendari dell’avvento Kinder.

Lo stabilimento Ferrero di Arlon in Belgio, infatti, dopo lunghi mesi di chiusura, è stato autorizzato a riprendere la produzione il 16 settembre 2022.

Leggi anche: Salmonella nei Kinder Ferrero: riapre lo stabilimento di Arlon, ma solo per 3 mesi con un’autorizzazione condizionale

Ferrero si affretta a rifornire i supermercati in vista del Natale ma l’azienda, segnala la rivista francese, è ancora lenta nel rimborsare alcuni clienti danneggiati da questo richiamo.  

Un problema che riguarda sia alcuni consumatori che hanno fatto reclamo per primi già ad aprile, che gli ultimi di agosto, come Sarah che ha fatto sapere:

Mi hanno detto che non stavano più rimborsando, perché la campagna era cessata il 1° agosto… tranne che [i Kinder] non sono ancora scaduti e non vedo perché mi venga rifiutato un rimborso.

La rivista ha allora chiesto chiarimenti direttamente alla Ferrero.

La replica dell’azienda

Il 3 ottobre, Ferrero ha risposto che la campagna di rimborso non era finita:

Ci troviamo tuttavia di fronte a molti abusi che ci impongono di verificare caso per caso, quindi alcuni ritardi.

Finora sono stati rimborsati oltre 110.000 consumatori, afferma Ferrero:

Siamo andati e stiamo andando ben oltre la prova di acquisto per non turbare il più possibile le persone in buona fede. Vale a dire che i clienti hanno potuto ottenere i voucher inviando una foto dei cioccolatini acquistati, senza presentare lo scontrino. Ma da inizio agosto le nuove richieste vengono evase solo sulla base della prova di ricezione.

Quindi. ora serve per forza la prova d’acquisto, ovvero lo scontrino:

Se i consumatori ci contattano per la prima volta quattro mesi dopo l’inizio della crisi, diciamo loro che non accettiamo più nuovi reclami sul ritiro dei prodotti Kinder a meno che non possano fornirci una prova d’acquisto.

Per tutti gli altri, assicura Ferrero, non ci sono problemi:

Per le persone che ci hanno contattato prima di agosto e che hanno già una pratica aperta con noi, stiamo continuando a gestire la loro pratica applicando le nostre regole.

Ci si aspetterebbe un po’ più di solerzia da parte di un’azienda coinvolta in uno scandalo così grave come quello della salmonella nei Kinder.

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Fonte: 60 Millions de Consommateurs

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