In Francia continuano i richiami di gelati contaminati da ossido di etilene, i produttori assicurano però che si tratta di vecchi lotti
Sembra incredibile ma dopo ormai più di un anno il problema dell’ossido di etilene non accenna ad arrestarsi. Questo pesticida vietato in Europa e classificato come cancerogeno, mutageno e reprotossico, contamina ancora diversi prodotti tra cui i gelati di cui in questi giorni sono continuati i richiami in Francia.
Extreme, Smarties, Oasis, ma anche Picard, Cora, Monoprix, Leader Price, Auchan e Carrefour, sono tantissime le referenze di gelati che sono state richiamate in questi mesi. Dalla fine di novembre 2021 si tratta di oltre 100 prodotti in vaschetta o vasetto, stecche e semifreddi (potete vedere tutti i richiami aggiornati al 17 dicembre qui).
Alcune referenze già richiamate quest’estate sono nuovamente interessate dal problema, come le Nestlé Smarties Cups, ad esempio, ma per lotti diversi.
Il problema della contaminazione dei gelati, come è ormai noto, riguarda in particolare alcuni ingredienti con cui sono realizzati: la farina di carrube (E410) e la gomma di guar (E412), additivi utili a migliorare la consistenza del gelato.
La replica di produttori e fornitori
La rivista 60 millions de consommateurs ha chiesto ad alcuni fornitori o produttori come mai si trovano nuovamente nei guai a causa dell’ossido di etilene e questi, come ad esempio il fornitore di farina di carrube Cargill, hanno fatto sapere che i recenti richiami sono una continuazione di quelli effettuati all’inizio dell’estate.
Carrefour ha risposto che gli attuali richiami delle 34 referenze commercializzate con il suo marchio hanno seguito “l’identificazione da parte delle autorità francesi di vecchi lotti di semi di carruba non conformi, prodotti nel 2019 e nel 2020“. I 205 lotti di gelato richiamati dal brand sono stati prodotti tra il 2019 e il 2021.
I produttori hanno spiegato anche che in realtà l’ossido di etilene non è rilevabile nel prodotto finito ma che il pesticida è stato trovato sugli agenti gelificanti utilizzati nella produzione.
In pratica “una materia prima non conforme rende non conforme il prodotto finito”, e ciò qualunque sia la quantità di ossido di etile presente in quest’ultimo, spiega un referente di Casino che conta attualmente 9 referenze di gelato richiamate.
A giugno, i produttori hanno fatto pressioni per ottenere il permesso di lasciare sul mercato prodotti finiti che non contenevano ossido di etilene a livelli quantificabili, nonostante l’uso di farina di semi di carrube contaminata. Alla fine, la Commissione Europea ha respinto ogni deroga e ha optato per la tolleranza zero.
Un problema, quello dell’ossido di etilene, che riguarda ovviamente anche il nostro Paese dove tanti prodotti, sia integratori che alimenti o bevande, sono stati più volte oggetti di richiamo. Leggi anche: Ossido di etilene, salmonella e pesticidi: la black list dei cibi più pericolosi che importiamo in Italia
Leggi tutti i nostri articoli sull’ossido di etilene.
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Fonte: Ministère de l’Économie, des Finances et de la Relance / 60 millions de consommateurs
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