Pasta richiamata dai supermercati: tutta la verità su marchi e lotti interessati (ma senza gli allarmismi ormai sempre più dilaganti)

Un tipo di pasta è stato ritirato dai supermercati, perché contiene un allergene particolarmente pericoloso per le persone allergiche. Ma i titoli lasciano intendere, per accaparrarsi più click, che il richiamo sia gravissimo, alludendo a una "contaminazione" rischiosa per l'intera popolazione

Sul sito del ministero della Salute è stato segnalato il richiamo di una particolare tipologia di pasta per rischio di allergeni non dichiarati in etichetta.

Ma i titoli ormai sempre più allarmistici e “acchiappaclick2 che stiamo leggendo in questi giorni lasciano presupporre una “contaminazione” e un “allarme” peggiore di quanto lo sia in realtà.

Facciamo chiarezza. Parliamo dei pizzoccheri “Viva la Mamma” dei Fratelli Beretta, richiamati in quanto in alcuni lotti potrebbe esserci una contaminazione con i lupini, pericolosa sì, ma solo per le persone allergiche a questo legume.

Si tratta di pasta prodotta per i Fratelli Beretta da Piatti Freschi Italia Spa nello stabilimento di via Silvio Pellico 8 a Trezzo sull’Adda – Milano (il marchio di identificazione dello stabilimento è il seguente  IT 1784 L CE).

Il richiamo riguarda in particolare le confezioni da 300 grammi che riportano i seguenti lotti e date di scadenza:

  • R672221005 – data di scadenza 05/10/2022 (superata, quindi difficile che possiate avere questa pasta ancora in casa)
  • R652221019 – data di scadenza 19/10/2022
richiamo pasta pizzoccheri beretta

©Ministero della Salute

Si precisa che il prodotto è sicuro per tutti i consumatori, ad eccezione di coloro che sono allergici ai lupini, che dunque non devono consumarlo ma riportarlo immediatamente al punto vendita.

A questo tipo di richiami assistiamo da sempre, anzi, è indice di un buon funzionamento dei controlli. Certamente sono esistiti negli anni scandali alimentari importanti, di cui abbiamo sempre dato notizia in maniera precisa, puntuale e obiettiva, ma il risultato che si ottiene facendo terrorismo psicologico ai consumatori ingigantendo qualsiasi richiamo in atto, rischia davvero di diventare controproducente. Sarebbe ora che qualcuno mettesse fine a queste pratiche scorrette di numerosi siti e testate online, poco affidabili e pericolose.

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Fonte: Ministero della Salute

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