Maxi sequestro di olio di oliva: scovati tra Italia e Spagna oltre 260mila litri di prodotto non adatto al consumo

L'operazione OPSON, condotta in collaborazione tra le forze dell'ordine italiane e spagnole, supportate dall'Europol, ha portato all'arresto di 11 persone accusate di aver contraffratto olio d'oliva. Il sequestro ha riguardato oltre 260.000 litri di prodotto non idoneo al consumo

Un’ampia operazione contro la contraffazione di olio d’oliva, condotta tra Italia e Spagna, ha portato al sequestro di oltre 260mila litri di olio e all’arresto di 11 persone. A condurla sono stati i Carabinieri italiani e la Guardia Civile spagnola, insieme all’Europol che in un comunicato ha rivelato alcuni dettagli dell’operazione denominata OPSON.

L’indagine ha permesso di scovare una rete di criminali che diluivano olio d’oliva di buona qualità con olio “lampante”, una variante considerata di bassa qualità a causa del suo elevato contenuto di acido oleico, superiore al 2% (lo standard dell’olio extra vergine di oliva è inferiore allo 0,8%). Ma la cosa più grave è che l’olio così miscelato è considerato non idoneo al consumo.

Come scrive infatti l’Europol:

L’olio d’oliva lampante è caratterizzato da un’elevata acidità, un sapore indesiderato e un odore decisamente sgradevole, che lo rendono inadatto al consumo. Il termine stesso ‘lampante’ trae origine dal suo utilizzo storico come combustibile nelle lampade ad olio.

Le operazioni si sono svolte in particolare in Sicilia e Toscana, per l’Italia, e nelle località di Ciudad Real, Jaén e Córdoba in Spagna. Gli investigatori hanno ispezionato tre aziende in Italia sospettate di essere coinvolte nelle attività illecite, acquisendo documenti fiscali, liste di clienti e campioni di olio. In Spagna, le indagini sono partite dopo che la Guardia Civile ha individuato irregolarità in un carico di olio di oliva ispezionato vicino a Ciudad Real.

Attualmente, non è chiaro l’ammontare esatto dell’olio sequestrato, ma l’Europol parla di oltre 260mila litri, la Guardia Civile spagnola fa riferimento a 5.200 litri, dunque è possibile che la parte restante (ben maggiore) sia stata confiscata proprio nel nostro Paese.

Come spesso avviene in questi casi, non sono stati resi noti i nomi delle aziende coinvolte.

Questa non è certo la prima volta che si verificano sequestri di olio d’oliva contraffatto in Italia e verificare che tutto sia in regola nella produzione di questo prodotto d’eccellenza del nostro territorio è una priorità per le forze dell’ordine.

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Non c’è dubbio che un mix di fattori come l’inflazione, la diminuzione della produzione di olio d’oliva e l’aumento della domanda giochino a favore della nascita di queste produzioni fraudolente. La combinazione di olio di oliva di qualità superiore con alternative di qualità inferiore ha consentito infatti ai criminali di offrire un prodotto a prezzi competitivi, infiltrandosi nelle catene di approvvigionamento legali. Ed è per questo che bisogna stare molto attenti a ciò che si acquista.

Le autorità, preoccupate non solo per il rischio per la salute pubblica ma anche per l’impatto economico e la fiducia dei consumatori, stanno intensificando gli sforzi per contrastare le contraffazioni dell’olio di oliva.

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Fonte: Europol

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