Un'azienda spagnola che vendeva tonno scaduto, e con olio di qualità inferiore a quella riportata in etichetta, è ora accusata di frode alimentare internazionale. La Guardia Civil, insieme ai Carabinieri italiani e all'Europol, hanno sequestrato 120.000 lattine di tonno e 45.000 litri di olio nei due stabilimenti dell'azienda a La Rioja Baja
La Guardia Civil spagnola, insieme ai Carabinieri italiani e all’Europol, ha condotto un maxi sequestro nell’ambito dell'”Operazione Matsu”. Protagonista di questa frode alimentare internazionale sono stati due stabilimenti dell’azienda Plaza Chica, situati a La Rioja Baja, in Spagna.
Dai controlli sono emerse diverse gravi irregolarità relative al tonno in scatola. Parliamo di 120.000 lattine di tonno che sono state sequestrate in quanto contraffatte e scadute. In pratica, le etichette di questi prodotti sono state cambiate così da farne aumentare la durata e poterle vendere durante le festività natalizie, sia in Spagna che in Italia.
L’indagine è partita da una denuncia a fine agosto ma il vero e proprio sequestro, che ha riguardato anche 45mila litri d’olio, è avvenuto a metà dicembre, poco prima quindi che il tonno finisse sulle nostre tavole a Natale (questo era l’intento dell’azienda).
In uno dei luoghi ispezionati, è stata scoperta un’area di lavoro clandestina, dove grandi contenitori d’acqua calda venivano utilizzati per rimuovere le etichette dalle lattine provenienti dai negozi che le avevano rese. Successivamente, queste venivano rietichettate e rimesse in commercio con una data di scadenza diversa.
L’ispezione ha anche rivelato tonno con etichette scritte esclusivamente in italiano, in aperta violazione alle norme spagnole che richiedono la presenza della lingua locale su tutti i prodotti venduti nel Paese.
Delle 40 lattine analizzate in laboratorio, 33 contenevano olio di qualità inferiore a quella pubblicizzata (sansa o girasole invece di oliva), e in una di esse, il tonno non corrispondeva alla qualità dichiarata.
Questa frode alimentare ha portato all’arresto di quattro individui, due uomini e due donne appartententi alla stessa famiglia, ora accusati di organizzazione criminale, reato contro la salute pubblica e truffa.
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La rete criminale, secondo il portavoce della Guardia Civil di La Rioja, operava da diversi anni, incrementando in modo esponenziale i profitti dell’azienda a spese dei consumatori.
Ma volete sapere la vera beffa? Plaza Chica era stata precedentemente premiata dalla Confederazione spagnola delle piccole e medie imprese per la sua crescita spettacolare (adesso sappiamo come ha fatto)! Dalle stelle alle stalle, potremmo dire, dato che ora è finita al centro di uno scandalo che mette in discussione la sua reputazione nel settore agroalimentare.
Nonostante le indagini in corso, l’azienda mantiene ancora sul suo sito web l’affermazione che i suoi prodotti sono realizzati “con le migliori materie prime” e “seguendo gli standard di sicurezza alimentare più esigenti”.
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Fonte: La Rioja
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