Ben 83 nazioni coinvolte nella vicenda del latte in polvere per neonati contaminato da salmonella. Partito dalla Francia, l'allarme ha fatto il giro del mondo. Il Ministero della salute rassicura dicendo che nessuno di quei lotti è stato venduto in Italia
Ben 83 nazioni coinvolte nella vicenda del latte in polvere per neonati contaminato da salmonella. Partito dalla Francia, l’allarme ha fatto il giro del mondo. Il Ministero della salute rassicura dicendo che nessuno di quei lotti è stato venduto in Italia.
Una vicenda dai contorni ancora incerti e che per questo desta ancora più preoccupazione. Circa un mese fa, all’inizio del mese di dicembre, il Ministero della salute francese ha ritirato dal mercato diverse tipologie di latte artificiale per neonati del marchio Lactalis a causa della presenza del batterio della salmonella. Le autorità sanitarie francesi furono allora informate della contaminazione da Salmonella sierotipo agona di 20 bambini di età inferiore a 6 mesi in 8 regioni diverse.
A fine mese, nonostante il richiamo dei prodotti, esattamente alla data del 21 dicembre, erano stati riscontrati 35 casi di contagio da Salmonella fra i neonati con età inferiore ai sei mesi residenti in diverse regioni della Francia. Di questi 16 erano stati addirittura ricoverati.
Bisognava però capire cosa fosse accaduto realmente e perché nonostante il richiamo i bambini continuassero a contrarre l’infezione. La stessa azienda ha avviato un’inchiesta interna mentre il governo francese ha avviato un’indagine preliminare sui casi di salmonella riscontrati.
E nei giorni scorsi a chiarire alcuni punti è stato il numero uno della Lactalis, il CEO Emmanuel Besnier, che da una parte ha difeso la società e dall’altra si è impegnato a risarcire “tutte le famiglie che hanno subito danni”.
Secondo quanto riferito a LeFigaro da Besnier, a essere state richiamate ad oggi sono state ben 12 milioni di confezioni di latte in 83 paesi. In tutto, 37 bambini si sono ammalati dopo aver consumato latte in polvere prodotto da Lactalis nel suo stabilimento di Craon (Mayenne).
“Quando abbiamo ricevuto il rapporto dalle autorità, oltre ogni sorpresa, la nostra prima reazione è stata quella di preoccuparci delle conseguenze per i consumatori. Si tratta di bambini sotto i sei mesi e per noi, per me, è una grande preoccupazione. La salute dei bambini malati ovviamente mi riguarda. (…) La nostra priorità è sempre stata quella di gestire la crisi e garantire che non ci siano nuovi bambini malati. (…) Oggi ci dicono che [i bambini infetti] stanno bene, questa è la cosa principale” ha detto.
E in Italia?
Anche se non sono stati resi noti gli 83 paesi in cui i lotti sono stati venduti, il Ministero della salute italiano ha rassicurato spiegando che le Autorità francesi non hanno comunicato, tramite il sistema di allerta comunitario (RASFF), l’esistenza di lotti spediti verso l’Italia. Tuttavia, a scopo cautelativo, il Ministero ha
“avviato interlocuzioni con la Commissione europea e direttamente con le Autorità Francesi, per sollecitare ulteriori informazioni su Paesi e lotti interessati e resta in continuo contatto con entrambe attraverso il sistema di allerta comunitario per seguire ogni sviluppo, ricevere aggiornamenti ed eventualmente adottare ogni provvedimento a tutela dei consumatori”.
Inoltre, anche se nel nostro paese non risultano lotti contaminati, il Ministero ha deciso di sottoporre a verifiche i lotti del prodotto Milumel Bio oggetto di allerta latte:
- 17C0012686 con termine massimo di conservazione (TMC) 27/04/2018,
- 17C0012844 con TMC 24/05/2018,
- 17C0012965 con TMC 12/09/2018,
- 17C0013595 con TMC 06/01/2019,
- 17C0013733 con TMC 03/02/2019.
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Al momento non si può fare altro. L’unico consiglio alle mamme e future mamme è quello di considerare l’importanza dell’allattamento al seno. Il latte materno è l’alimento perfetto per un neonato e nonostante gli sforzi dell’industria alimentare, il latte artificiale non potrà mai eguagliarne le proprietà.
Francesca Mancuso