È Kiwi-gate in Francia dove la Direzione Generale per la Concorrenza, del Consumo e della Repressione delle Frodi (DGCCRF) ha portato alla luce una maxi-truffa che ci vede nostro malgrado protagonisti. I kiwi, spacciati come Made in Francia, infatti erano italiani
È Kiwi-gate in Francia dove la Direzione Generale per la Concorrenza, del Consumo e della Repressione delle Frodi (DGCCRF) ha portato alla luce una maxi-truffa che ci vede nostro malgrado protagonisti. I kiwi, spacciati come Made in Francia, infatti erano italiani.
Le indagini condotte dalla DGCCRF hanno smascherato una frode che coinvolge circa 15.000 tonnellate di kiwi “francesizzati” nel corso degli ultimi tre anni, pari al 12% di quelli Made in Francia commercializzati nel paese e pari a un illecito di circa 6 milioni di euro.
Il servizio di inchiesta nazionale della DGCCRF ha effettuato una serie di controlli tra la fine del 2016 e l’inizio del 2018 per verificare la veridicità delle informazioni relative all’origine dei kiwi commercializzati in Francia. Questo importante sondaggio era destinato da una parte a tutelare i consumatori francesi attenti all’origine dei prodotti agricoli acquistati e dall’altra i produttori francesi di kiwi dalla concorrenza sleale.
Dopo un anno di indagini, le autorità francesi hanno avviato diverse procedimenti giudiziari contro 7 società, 6 francesi e una italiana.
Secondo quanto riportato anche da Le Parisien, il 77% della produzione francese è concentrata tra Midi-Pirenei e Aquitania. L’industria francese produce in media 45.000 tonnellate di kiwi all’anno. I concorrenti italiani sono in grado di commercializzare invece 400.000 tonnellate annue.
Oggi i kiwi francesi sono venduti a un pezzo più alto rispetto a quelli italiani. Costano circa 0,70 € contro i 0,50 € italiani. Il kiwi francese è un prodotto raro. Alla fine della stagione, tra a marzo e aprile, quando inizia a esaurirsi, il suo prezzo dovrebbe salire ma ciò non era accaduto ed è scattato il campanello d’allarme in Francia.
A dare agli inquirenti la conferma che ci fosse qualcosa di strano, è stato anche il fatto che i kiwi presentavano anche residui di pesticidi vietati sul suolo francese. Ciò ha permesso loro di portare alla luce una frode più ampia.
Sono state riscontrate tracce di fenexamid e/o fludioxonile, principi attivi il cui uso è vietato in Francia, a differenza dell’Italia dove l’utilizzo è ammesso per migliorare la conservazione dei kiwi. Tali sostanze sono aumentate di 27 volte negli ultimi anni.
La truffa potrebbe costare ai responsabili fino a due anni di prigione e 300.000 euro di multa.
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Francesca Mancuso