Ovetti Kinder, quanti bambini sono stati contaminati dalla salmonella? I dati ufficiali aggiornati

L'allerta salmonella che riguarda il cioccolato Kinder prodotto nello stabilimento Ferrero di Arlon in Belgio continua a far discutere. Ad intervenire sulla questione è stavolta una fonte davvero autorevole, l'Organizzazione Mondiale della Sanità, che fa il punto della situazione ad oggi

Torniamo a parlare del cioccolato Kinder dopo che l’OMS ha pubblicato sul suo sito alcune informazioni interessanti in merito al focolaio di salmonella che si è verificato principalmente in Europa. I dati forniti riassumono la situazione e i casi che si sono verificati, aggiornati al 25 aprile 2022.

Come ricorda l’OMS, tutto è iniziato il 27 marzo, quando il Regno Unito ha notificato all’Organizzazione mondiale della sanità, un gruppo di casi di infezione monofasica da Salmonella Typhimurium sequenza tipo 34. Le indagini hanno poi collegato l’epidemia al cioccolato prodotto nello stabilimento di Arlon in Belgio, cioccolato che è stato distribuito in almeno 113 paesi.

L’OMS ricorda anche un dato che pochi conoscono, ovvero che la salmonella in quello stabilimento era stata trovata già a dicembre 2021!

Il S. Typhimurium monofasico corrispondente ai casi di focolaio umano è stato identificato in serbatoi di latticello presso lo stabilimento Ferrero Corporate di Arlon, in Belgio, nel dicembre 2021 e nel gennaio 2022. Dopo aver implementato misure igieniche e test negativi per la Salmonella, i prodotti coinvolti (tutti i prodotti Kinder fabbricati presso Arlon tra cui Kinder Surprise, Kinder Mini Eggs, Kinder Surprise Maxi 100g e Kinder Schoko-Bons) sono stati distribuiti in tutta Europa e nel mondo.

Il vero e proprio allarme, però, risale al 10 aprile quando l’International Food Safety Authorities Network (INFOSAN) delle Nazioni Unite, ha emesso un allarme globale notificando agli Stati membri l’epidemia e condividendo informazioni sui prodotti coinvolti, così da avviare un richiamo internazionale.

I casi di salmonella in Europa

Come si legge sul sito dell’OMS:

Ad oggi, in 11 paesi sono stati segnalati un totale di 151 casi geneticamente correlati sospettati di essere collegati al consumo dei prodotti di cioccolato implicati. Il rischio di diffusione nella regione europea dell’OMS e nel mondo è valutato come moderato fino a quando non saranno disponibili informazioni sul ritiro completo dei prodotti.

Più nello specifico, i casi nelle varie Nazioni fino al 25 aprile sono ripartiti così:

  • Belgio (26 casi)
  • Francia (25 casi)
  • Germania (10 casi)
  • Irlanda (15 casi)
  • Lussemburgo (1 caso)
  • Paesi Bassi (2 casi)
  • Norvegia (1 caso)
  • Spagna (1 caso)
  • Svezia (4 casi)
  • Regno Unito (65 casi)

Anche negli Stati Uniti d’America, poi, si è verificato un caso segnalato all’OMS ma:

Esiste la probabilità che altri casi vengano segnalati da altri Paesi data l’ampia distribuzione dei prodotti durante le vacanze di Pasqua che potrebbe portare all’aumento del consumo del prodotto implicato o al trasporto del prodotto implicato in località aggiuntive a seguito di viaggi legati alle vacanze.

Inoltre:

Dato che l’identificazione dei casi esistenti è avvenuta attraverso tecniche molecolari avanzate, che non sono utilizzate di routine in tutti i paesi, è probabile che una parte dei casi non venga rilevata.

In pratica, alcuni casi potrebbero non essere mai individuati e segnalati, di conseguenza l’epidemia – almeno teoricamente – potrebbe essere un po’ più estesa di quello che sappiamo dai dati ufficiali.

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©OMS

I più colpiti, come c’era da aspettarsi considerando i prodotti coinvolti, sono stati soprattutto i bambini sotto i 10 anni:

I bambini di età inferiore a 10 anni (n=134; 89%) sono stati colpiti in modo sproporzionato e le femmine rappresentavano il 66% (n=99) dei casi segnalati. Le informazioni sui sintomi riportati e sulla gravità erano disponibili per 21 casi e di questi, 12 (57%) hanno riportato diarrea sanguinolenta e nove (43%) sono stati ricoverati in ospedale.

Fortunatamente c’è anche una buona notizia:

Al 25 aprile 2022 non sono stati segnalati decessi associati all’epidemia.

Un ceppo di salmonella resistente agli antibiotici

L’OMS svela poi un altro particolare fondamentale ma poco noto:

Secondo le analisi dell’Agenzia per la sicurezza sanitaria del Regno Unito (UKHSA), il ceppo epidemico è resistente a sei tipi di antibiotici: penicilline, aminoglicosidi (streptomicina, spectinomicina, kanamicina e gentamicina), fenicoli, sulfamidici, trimetoprim, tetracicline.

Vi ricordiamo che la resistenza agli antibiotici è uno dei problemi più grandi che dovremmo affrontare in un imminente futuro ma – già ora – è una delle cause principali di morte nel mondo. Leggi anche: Resistenza agli antibiotici: è già una delle cause principali di morte nel mondo, i dati shock

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Fonte: OMS

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