In alcune regioni del mondo, il rischio di intossicazioni alimentari è molto elevato e la prudenza in questi casi non è mai abbastanza: ecco come affrontare il viaggio serenamente
Nelle scorse ore ha destato scandalo e preoccupazione la notizia, rimbalzata su tutti i media, di un bambino palermitano di appena sei anni morto durante una vacanza con i genitori a Sharm-el-Sheik (in Egitto), a seguito di una intossicazione alimentare.
Il cibo è molto esposto al rischio di contaminazioni che derivano, per la maggior parte, da una cattiva conservazione, da condizioni igieniche precarie e da tecniche di cottura poco efficaci (che non uccidono i batteri). Attenzione quindi, soprattutto se ci troviamo lontano da casa, a consumare con leggerezza cibi crudi, poco cotti o conservati male – le conseguenze per la nostra salute potrebbero essere molto gravi.
Come indicato sul sito dell’Istituto Superiore della Sanità (ISS), esistono più di 250 tossinfezioni alimentari in tutto il mondo, con la presenza di un rischio maggiore in Paesi dell’Africa Centrale, del Sud-Est asiatico, del Medio Oriente, dell’America latina.
Queste infezioni, di entità più o meno grave, si manifestano con differenti sintomi e sono causate da una pluralità di agenti patogeni (virus, batteri, parassiti): questi microrganismi colonizzano le mucose intestinali, alterando il nostro microbioma e dando luogo all’intossicazione.
Altre intossicazioni alimentari derivano dal consumo di alimenti naturalmente tossici per il nostro organismo – come ad esempio alcune specie di funghi, di pesci e crostacei, di frutti. Infine, l’utilizzo eccessivo di pesticidi chimici in agricoltura è un’altra fonte di contaminazione di cibo.
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Come avviene la contaminazione
La contaminazione del cibo può avvenire in molti modi: alcuni microrganismi, come ad esempio E. coli (responsabile della salmonellosi) è un batterio presente nella flora intestinale dei mammiferi a sangue caldo, ma alcune varianti di questo batterio risultano dannose per la nostra flora batterica.
Carne cruda (pollame innanzitutto), ma anche uova e prodotti caseari possono essere così contaminati dal batterio che non si ferma a questi cibi, ma che può contaminare anche frutta, verdura e acqua se non si seguono pratiche igieniche severe (prima fra tutti, non sciacquare la carne sotto acqua corrente per non rischiare di contaminare tutto il piano di lavoro in cucina).
Un’altra famiglia di batteri a cui prestare attenzione è detta Vibrio: presenti solitamente nelle acque di fiumi e mari, questi batteri vengono filtrati e concentrati dai frutti di mare (come ostriche e mitili) che diventano quindi pericolosissimi quando consumati crudi.
Infine, la contaminazione alimentare può essere connessa anche a pratiche di manipolazione del cibo crudo sbagliate, da imputarsi a ristoratori e commercianti: è il caso, per esempio, del batterio Shighella (responsabile dell’epatite A), che può passare dal cibo alle mani e agli utensili, se non ben disinfettati.
Cibi da evitare
Anche se siamo in vacanza, in un’atmosfera certamente più tranquilla e rilassata, non abbassiamo assolutamente la guardia quando ci mettiamo a tavola e facciamo attenzione a cosa mangiamo (e a cosa facciamo mangiare ai nostri figli). Ecco qualche consiglio utile e i cibi da evitare soprattutto se siamo all’estero:
- Evitiamo di bere acqua dal rubinetto o dalle fontanelle, a meno che non sia espressamente consentito da appositi cartelli: soprattutto se ci troviamo in Paesi con condizioni igieniche precarie, meglio acquistare acqua imbottigliata
- Per lo stesso motivo, evitiamo anche bibite gassate sfuse o in cui sono stati messi cubetti di ghiaccio: l’acqua utilizzata per realizzare i cubetti potrebbe essere veicolo di batteri e altri agenti patogeni
- Non consumiamo frutta e verdura servite crude e già tagliate, ma anche carne, pesce e uova (vale anche per alimenti poco cotti)
- Evitiamo preparazioni alimentari cotte ma servite a temperatura ambiente come paté, antipasti vari, torte con creme e glasse, insalate
- Limitiamo al minimo il consumo di cibi molto elaborati e manipolati, che hanno subito molti passaggi prima di arrivare nel piatto
- Infine, evitiamo di acquistare cibo sfuso da ambulanti e carretti o sui banchi del mercato.
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Fonte: Istituto Superiore di Sanità
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