Coloranti alimentari: l’Efsa mette in guardia sull’annatto (E 160b) e chiede di sospenderne l’uso

Attenzione ai coloranti alimentari. L’Efsa ha reso noto di non poter valutare la sicurezza di alcuni coloranti alimentari derivati dall’annatto per mancanza di dati e perciò raccomanda di sospenderne l’uso e di sostituirli.

Attenzione ai coloranti alimentari. L’Efsa ha reso noto di non poter valutare la sicurezza di alcuni coloranti alimentari derivati dall’annatto per mancanza di dati e perciò raccomanda di sospenderne l’uso e di sostituirli.

La Commissione Europea ha richiesto all’Efsa di rivalutare la sicurezza di alcuni estratti derivanti dai semi di Bixa Orellana, una pianta tropicale nativa dell’America centrale e meridionale. I pigmenti coloranti presenti nell’annatto provengono dai carotenoidi racchiusi nei semi di questa pianta.

L’Efsa ha preso in considerazione cinque estratti di annatto che vengono lavorati in modo diversi: annatto E, annatto B, annatto F, annatto G e annatto C.

Cos’è l’annatto

L’annatto è un colorante alimentare di origine naturale che viene indicato con la sigla E 160b e che viene utilizzato per ottenere sfumature di giallo, rosso e arancione. Tra il 2011 e l 2015 in Europa è stato utilizzato in oltre 4500 prodotti tra cibi e bevande. L’annatto deriva dal carotene estratto dalla Bixa orellana, una pianta spontanea dell’Amazzonia coltivata soprattutto nelle Americhe e in India. È uno dei coloranti conosciuti da maggior tempo ed è usato da più di 100 anni sia in Europa che negli Stati Uniti per colorare cibi come la margarina, le salse, le farciture per i biscotti, le creme per i dolci, i formaggi, i cereali per la colazione il pesce affumicato e non solo.

Nei Paesi di produzione come Brasile, Guatemala, Perù, India e Filippine l’annatto viene utilizzato mescolato con altre spezie come condimento per la cucina casalinga in modo simile alla paprica.

Gli Indios dell’Ecuador utilizzavano l’annatto come pigmento naturale per la tintura dei capelli.

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Il parere dell’Efsa sull’annatto

I dubbi dell’Efsa riguardano in particolare l’annatto E 160b, per cui, secondo il suo parere, non esisterebbero dati scientifici sufficienti per valutarne i potenziali effetti genotossici. Per queste ragioni l’Agenzia per la Sicurezza Alimentare raccomanda di sostituirlo con altri coloranti a base di annatto già esistenti e ottenuti con metodi più sicuri. Questo additivo era fino ad ora autorizzato con livelli massimi permessi tra 10 e 50 mg per 1 kg di alimento a seconda della modalità di utilizzo.

Ora staremo a vedere se le aziende risponderanno alla raccomandazione dell’Efsa di utilizzare coloranti alimentari sicuri.

Consulta qui il parere dell’Efsa sull’annatto.

Marta Albè

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