Nuova allerta alimentare riguardante le cozze vive provenitenti dalla Grecia. Rischio contaminazione da Salmonella
Nuova allerta alimentare riguardante le cozze vive provenienti dalla Grecia. Rischio contaminazione da salmonella
Ancora allerta cozze contaminate. Il Rasff, il sistema di allerta europeo rapido per la sicurezza alimentare, lancia un nuovo allarme puntualizzando che le cozze vive commercializzate in Italia e provenienti dalla Grecia presenterebbero tracce di salmonella.
Secondo quanto precisato nella nota n° 2018.2889 del Rasff, il rischio salmonella riguarda le cozze vive (Mytilus Galloprovincialis) importate nel nostro paese dalla Grecia.
Se appena pochi giorni fa, un’altra allerta riguardava il batterio Escherichia-coli, per questa volta ancora non si conoscono i lotti con cozze vive contaminate, anche perché riguardano non solo la grande distribuzione ma pescherie e mercati.
Il Rasff, intanto, invita i consumatori a prestare la massima attenzione e a non consumare cozze: essendo organismi “filtratori”, filtrano cioè tutto ciò che si trova nei mari nei quali vivono, se provengono da acque non perfettamente pulite possono essere fonte di contaminazione batterica.
Per questo motivo sarebbe sempre meglio evitare di mangiarle crude, anche a casa. Solo con l’abbattimento e la cottura i batteri vengono inibiti e si evitano disturbi intestinali.
La salmonella è un batterio chiamato “bacillo” per la sua forma a bastoncino ed è normalmente presente nell’apparato gastrointestinale. I bacilli salmonella si trovano nell’ambiente, nel suolo e nelle acque e possono essere individuati come parassiti nell’intestino degli animali e dell’uomo.
Nell’essere umano, questi vari sierotipi sono causa di differenti malattie infettive, come la salmonellosi. I sintomi di un’infezione da salmonella possono comparire tra le 6 e le 72 ore dalla ingestione di alimenti contaminati, ma è più facile che si manifestino dopo 12-36 ore. La malattia ha per lo più un decorso benigno, ma può accadere che l’infezione si aggravi e renda necessaria l’ospedalizzazione.
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Germana Carillo