Su ordine delle autorità italiana e spagnola, è stato disposto il ritiro dal mercato delle cozze contaminate.
Sicurezza alimentare: è ancora allarme cozze contaminate. Mai mangiarle crude
Allerta sanitaria per le cozze allevate in mare in Italia. L’elenco italiano del sistema di allerta inviato dal Ministero della Salute italiano del 5 dicembre riguarda una segnalazione di allarme per la presenza di “Diarroica Shellfish Poisoning” (DSP) acido okadaico (129 μg / kg – ppb) superiore ai limiti consentiti nelle cozze allevate in mare. Non specifica però quali lotti e quali partite di cozze siano interessati dall’allarme, ma gli esperti sottolineano che in ogni caso questi mitili non vanno mai mangiati crudi.
Da sempre il consumo dei molluschi bivalvi è considerato uno dei principali responsabili di trasmissione all’uomo di molte malattie di origine batterica e virale e di intossicazioni da Biotossine algali, anche a causa della cattiva abitudine di consumarli poco cotti o crudi.
Ora, però, nel mare Adriatico si è assistito alla proliferazione dell’alga cosiddetta Dinophysis sp, produttrice della tossina Dsp, fenomeno che ha reso necessaria una continua vigilanza sanitaria.
Oramai il problema delle alghe tossiche marine è in continua crescita, sia a causa dell’aumentare del numero di specie riconosciute come dannose, sia per i fenomeni di fioritura algale, forse legati all’eutrofizzazione delle aree costiere. Dando origine a fenomeni di “Bloom Algali”, cambiamenti di colore dell’acqua dovute all’elevata proliferazione di cellule algali, raggiungendo in condizioni favorevoli (elevata presenza di nutrienti, temperatura ecc..), densità pari a 60-70 milioni di cellule litro.
Nello specifico, la Diarrhetic shellfish poisoning (DSP), la sindrome diarroica da molluschi bivalvi che deriva questa tossina, è di natura diarroica. Le Dinophysis sono responsabili della produzione di tossine del gruppo dell’acido okadaico e si tratta di composti liposolubili divisi in tre categorie con effetti tossicologici e meccanismi d’azione e alterazione diversi.
Come si ferma tutto ciò? Anche ponendo la parola fine ai cambiamenti climatici, che causano un serie di gravissimi danni anche agli oceani, inclusi il riscaldamento, l’acidificazione e la perdita di ossigeno.
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Germana Carillo