Le Fiamme Gialle hanno sgominato una banda di falsari del bio, per un giro d'affari di 200 milioni di euro
Falsi prodotti biologici, per una mega truffa da 200 milioni di euro. Sei persone sono state arrestate dalla Guardia di Finanza di Verona tra Ferrara, Foggia, Pesaro, Urbino e Verona. Un giro d’affari impressionante, ma a danno dei consumatori, convinti di acquistare i salutari prodotti biologici.
L’inchiesta, nota come “Gatto con gli stivali” portata avanti dalle fiamme gialle e dalla Procura della Repubblica di Verona, ha accertato la commercializzazione di grossi quantitativi di prodotti non biologici, spacciati come tali. Tra questi, sono stati sequestrate 700mila tonnellate di prodotti con falsa certificazione. Per dare un’idea, si tratta del 10 percento del totale del mercato biologico nazionale. Tra i prodotti sequestrati vi erano 2.500 tonnellate tra frumento, favino, soia, farine e frutta fresca.
Secondo quanto diffuso dalla Guardia di Finanza di Verona, sarebbero 22 le aziende coinvolte, prevalentemente grossisti cerealicoli, ma nessun produttore. Le indagini sono partite dall’azienda Sunny Land Spa a seguito del chi va la della GdF, insospettita dal fatturato quintuplicato in soli 4 anni.
Un mercato del falso ampiamente radicato che partiva dal Veneto e scendeva fino alla Puglia, passando per l’Emilia Romagna e le Marche.
“Voglio anzitutto sottolineare l‘importante contributo alle indagini della Guardia di Finanza che è giunto dagli organismi di certificazione autorizzati dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali soci di FederBio, a dimostrazione che solo una stretta sinergia fra il sistema di certificazione di settore e le Autorità pubbliche può garantire il mercato e i consumatori. – commenta Paolo Carnemolla, Presidente di FederBio – I fatti, che risalgono a qualche anno fa, confermano la richiesta della Federazione per un miglioramento dei sistemi di scambio di informazione e di banche dati perché tutte le informazioni utili a garantire la trasparenza del mercato siano disponibili in tempo reale e a tutti i soggetti interessati.
Anche su un più stretto coordinamento del sistema di certificazione FederBio da tempo non solo chiede un intervento adeguato da parte del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, ma ha anche avviato nel frattempo un proprio progetto, consapevole dell’urgenza di migliorare il sistema.
Dallo scorso giugno, inoltre la Federazione ha adottato un Codice Etico per tutti gli operatori e i soggetti che operano nel settore e ha insediato a novembre un Giurì di autodisciplina composto da personalità esperte e assolutamente indipendenti.
Abbiamo piena fiducia nell’operato della Magistratura e siamo pronti a costituirci parte civile in rappresentanza dell’intero settore nel giudizio contro questa grave frode, che ha danneggiato anzitutto la credibilità e l’operato dei tanti operatori perbene, che magari trovano difficoltà di mercato per la concorrenza sleale di chi opera in maniera disonesta.”
“Seguiamo con attenzione gli sviluppi dell’operazione ‘Gatto con gli stivali’. Le truffe e le contraffazioni delle certificazioni biologiche, tanto più se di queste proporzioni, danneggiano innanzitutto i produttori onesti e i cittadini. Dalle indiscrezioni raccolte emerge che le aziende agricole italiane siano non solo completamente scevre da responsabilità, ma vittime di queste frodi, facilitate dagli appetiti determinati dalla crescita dell’import, a cui purtroppo non ha seguito un proporzionale aumento dei controlli, e dalla vendita nei tradizionali canali a filiera lunga, che rendono più difficile la tracciabilità lungo tutta la catena alimentare” – commenta il neo presidenta nazioale di AIAB Alessandro Triantafyllidis. “L’eclatante frode smascherata dalla Guardia di Finanzia di Verona ha messo in luce delle debolezze del settore che AIAB ha più volte sottolineato. Innanzitutto il problema delle materie prime importate, che coinvolge in particolare i prodotti che confluiscono nelle filiere zootecniche, come soia e orzo, o nelle lunghe filiere di pastificazione e panificazione. In seconda istanza la farraginosità del sistema di certificazione e degli enti preposti a controllare i controllori”.
“Da parte nostra, per ovviare alle debolezze del settore, ci siamo attivati su diversi fronti per dare trasparenza e affidabilità al bio italiano. Le iniziative di AIAB – conclude il presidente nazionale AIAB Alessandro Triantafyllidis – puntano ad accorciare la filiera ovunque ciò sia possibile, a proporre prodotti biologici ed italiani, provenienti da aziende interamente bio, e possibilmente garantite dal marchio Garanzia AIAB, e a costruire filiere tutte italiane. Per quanto concerne la certificazione e i controlli, AIAB chiede da tempo l’utilizzo della telematica e controlli incrociati, così come un database pubblico con tutte le informazioni raccolte dagli organismi di controllo, strumenti non graditi ad alcuni enti di controllo nazionali”.
“L’attività d’indagine svolta dalle forze dell’ordine nel comparto agroalimentare è fondamentale per garantire ai cittadini la sicurezza e la tutela dalle frodi che si stanno presentando con sempre più frequenza, soprattutto riguardo ai prodotti di qualità, come il biologico e il made in italy e alla Guardia di finanza va il nostro plauso per il costante lavoro di controllo che svolge”. – commenta invece Legambiente con una nota – “È chiaro che al lavoro degli istituti preposti al controllo – aggiunge Legambiente – è necessario affiancare una governance della sicurezza alimentare ancora più efficace, perché il fenomeno delle frodi alimentari è sempre più diffuso e danneggia uno dei comparti del nostro agroalimentare maggiormente apprezzato dai consumatori, che fa registrare volumi di vendita crescenti. Il biologico è un tassello molto importante della nostra economia che dobbiamo sostenere e sul quale vigilare con la massima attenzione soprattutto in un momento di crisi come quello attuale. I cittadini italiani hanno diritto a prodotti alimentari sicuri”.
E anche le aziende ci tengono a commentare la notizia: “Il danno d’immagine e’ grave – dichiara Renzo Piraccini , Presidente di Almaverde Bio Italia – ma abbiamo apprezzato molto il fatto che anche il nostro ente di certificazione, il CCPB di Bologna, abbia in questi mesi collaborato con gli organi di vigilanza per smascherare queste truffe che nascono per cercare facili guadagni. Mi rassicura – continua Piraccini – che il sistema di certificazione abbia suonato il campanello d’allarme e ritengo che la unicità e la forza del biologico stia proprio qui, nel sistema dei controlli e nella tracciabilità delle filiere produttive. Ma quanto è accaduto deve comunque fare riflettere sul fatto che la garanzia della qualità dei prodotti biologici è un valore che va riconosciuto.”“Sono certo che la vicenda – conclude Piraccini – non verrà strumentalizzata ed anzi contribuirà a promuovere l’impegno delle imprese e dei marchi che operano da anni con impegno e serietà.”
E a dare l’idea del giro d’affari, è il numero di persone che acquista ogni anno prodotti bio nel notro paese. Secondo Coldiretti, più di un consumatore su due, il 52%, acquista prodotti biologici. E sono 50mila i produttori che coltivano il bio su oltre un milione di ettari di terreno.
Secondo Coldiretti, inoltre, quello del biologico è un mercato in crescita. Lo dimostrano le cifre registrate negli ultimi anni: “Il fatturato dei prodotti biologici in Italia negli ultimi dieci anni è triplicato passando da meno di un miliardo di euro del 2000 agli oltre tre miliardi di euro attuali ed è quindi importante non abbassare la guardia sul fronte dei controlli anche alla luce di un aumento del 49 per cento delle importazioni nel 2010“.
Un settore in grande espansione, nonostante la crisi, che ha portato ad un netto calo degli acquisti. Forse è stato questo ad aver fatto gola ai delinquenti. Continua Coldiretti: “In controtendenza rispetto al calo dei consumi generale nel 2011 gli acquisti di prodotti alimentari biologici confezionati delle famiglie italiane sono cresciuti dell’ 11,5 per cento, secondo una analisi Coldiretti su dati Ismea Ac Nielsen relativi al primo quadrimestre del 2011“.
In molti casi, vi sono stati aumenti record, come per la pasta (+35 per cento), per il latte (+ 32 per cento) e per le mozzarelle (+83 per cento) ma anche per i cracker (+54 per cento) e i formaggi freschi e spalmabili che addirittura hanno raddoppiato (+101 per cento).
Un settore che va tutelato, dunque, visto che fa registrare dati più che positivi. “Al 1° gennaio del 2011 in Italia gli operatori del settore biologico sono 47.663, in calo dell’1,7 per cento. La superficie interessata, in conversione o interamente convertita ad agricoltura biologica, risulta – conclude la Coldiretti – pari a 111.3742 ettari, con un incremento rispetto all’anno precedente dello 0,6 per cento“.
Caccia aperta contro chi vuole danneggiralo.
Francesca Mancuso