Nuova allerta alimentare: cozze vive in Italia contaminate dal dell'epatite A che sarebbero state già immesse sul mercato nazionale.
Una nuova allerta alimentare questa volta riguarda le cozze greche contaminate da epatite A. salmonella. È il Rasff, il sistema di allerta europeo rapido per la sicurezza alimentare, a lanciare l’allarme per la possibile presenza del pericoloso virus nelle cozze vive greche.
Ancora sconosciuti, però, i lotti interessati delle cozze vive contagiate, che riguardano non solo la Grande distribuzione ma pescherie e mercati.
Il Rasff invita tutti in ogni caso a prestare la massima attenzione e a non consumare le cozze vive provenienti dalla Grecia, senza prima sottoporle al controllo dal Servizio igiene degli alimenti e nutrizione delle Asl locali.
I primi sintomi di un’infezione da epatite A sono stanchezza, inappetenza, febbre e nausea. In seguito può comparire l’ittero, un colorito giallognolo della pelle, delle mucose e delle sclere degli occhi: tutto ciò è causato da una elevata concentrazione della bilirubina nel sangue ed è sintomo di una ridotta funzionalità del fegato.
In genere, per stare sereni su quel che si mangia basta assicurarsi che le cozze comprate provengano da uno stabulario (l’etichetta che deve accompagnarle ne fa fede). Da sempre le cozze possono essere veicolo di tifo o di epatite virale: un rischio che non dipende dai mitili, ma dall’acqua in cui vengono coltivate. È per questo che esistono gli impianti di stabulazione ed è per questo che è sempre meglio evitare di mangiarle crude, sia a casa sia al ristorante. Solo con l’abbattimento (ma deve essere fatto accuratamente anche quello) e la cottura i batteri vengono inibiti e si evitano spiacevoli disturbi intestinali.
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Germana Carillo