Additivi alimentari più abusati (soprattutto nei cibi per bambini): sono aumentati vertiginosamente negli USA

Nonostante se ne conoscano i rischi per la salute umana, gli additivi alimentari sono sempre più diffusi in cibi e bevande processati: lo rivela una nuova inquietante inchiesta condotta negli Stati Uniti

Malgrado numerosi studi scientifici ne abbiano confermato la pericolosità per la salute umana, gli additivi alimentari sono molto utilizzati nella preparazione di prodotti confezionati – in misura addirittura maggiore oggi rispetto al passato.

Lo conferma un nuovo studio condotto sui prodotti alimentari confezionati venduti sul mercato statunitense, secondo cui il 60% degli alimenti acquistati dagli americani contiene additivi alimentari tecnici tra cui coloranti, aromi artificiali, conservanti e dolcificanti: si tratta di un aumento del 10% rispetto a vent’anni fa.

Gli additivi nell’industria alimentare

Da quando è nata la produzione industriale degli alimenti, le aziende del settore hanno iniziato subito a utilizzare nelle loro preparazioni sostanze chimiche che potessero migliorare l’appetibilità, il gusto o l’aspetto dei cibi, o che potessero garantire migliori standard di conservazione.

Legalmente, negli Stati Uniti, il termine additivo si riferisce a “qualsiasi sostanza il cui uso previsto risulta o si può ragionevolmente prevedere che provocherà, direttamente o indirettamente, il fatto che diventi un componente o influisca in altro modo sulle caratteristiche di qualsiasi alimento”.

Sebbene gli additivi alimentari sono stati introdotti per migliorare la qualità dei prodotti venduti, si tratta di sostanze potenzialmente pericolose, le cui conseguenze sulla salute non sono state ancora comprese appieno.

Anzi, vi sono diversi studi che mettono in relazione la presenza di additivi nel cibo con lo sviluppo di patologie quali diabete e obesità, nonché con cambiamenti negativi del microbioma intestinale.

Ma non solo: l’elevato consumo di cibi ultra-processati ricchi di additivi è stata connessa da alcune ricerche a comportamenti alimentari di dipendenza – specie nelle fasce di popolazione più giovani (bambini e adolescenti).

Lo studio americano

Gli autori dell’indagine hanno analizzato le liste degli ingredienti dei prodotti alimentari disponibili sul mercato americano negli ultimi anni (fra il 2001 e il 1019).

Si è scoperto che più della metà dei prodotti alimentari e delle bevande confezionati acquistati dalle famiglie statunitensi contiene almeno tre o più additivi. La cosa più preoccupante è che più del 22% degli alimenti per l’infanzia sono da considerarsi ultra-processati e contengono molti additivi alimentari.

Ma non solo: si è osservato un aumento della presenza di additivi nel cibo industriale negli ultimi dieci anni, a danno della salute dei consumatori. L’unica tendenza positiva si è registrata nella diminuzione dell’uso di aromi aggiunti in soft drinks.

Ogni anno, i consumatori statunitensi acquistano più di 400.000 diversi prodotti industriali fra cibo e bevande. L’aumento degli additivi presenti in questi prodotti si traduce in un aumento del consumo di zucchero, sodio e grassi saturi da parte degli americani.

Gli autori dello studio chiedono maggiore chiarezza e trasparenza per i consumatori, che sono spesso all’oscuro dei rischi a cui si espongono consumando un certo tipo di prodotti: è necessario informare i consumatori circa la loro esposizione agli additivi e su come stia cambiando (in peggio) l’offerta di alimenti confezionati.

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Fonte: Journal of the Academy of Nutrition and Dietetics

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