Zealandia: una nave va alla ricerca dei segreti dell’ottavo continente sommerso

In fondo all’Oceano Pacifico potrebbe esserci l’ottavo continente chiamato Zealandia, un pezzo di crosta continentale di quasi 5 milioni di chilometri quadrati. E’ quanto sostiene un gruppo di geologici.

In fondo all’Oceano Pacifico potrebbe esserci l’ottavo continente chiamato Zealandia, un pezzo di crosta continentale di quasi 5 milioni di chilometri quadrati. È quanto sostiene un gruppo di geologici.

Si tratterebbe di un singolo e uniforme strato che per adesso, è affiorato solo per il 6%: le terre emerse sono la Nuova Zelanda e la Nuova Caledonia. Lo studio, durato sei anni, è stato pubblicato su GSA Today.

Secondo il geologo del GNS Science di Dunedin e autore principale dello studio, Nick Mortimer, dietro non ci sarebbe solo ‘una straordinaria scoperta’. Come si legge nello studio:

“Pensiamo che la Zealandia non sia una collezione di frammenti continentali in parte sommersi, ma un continente unitario di 4,9 milioni di chilometri quadrati. Potrebbe essere grande quanto l’India, l’Australia, l’Antartide, l’Africa e l’America del Sud e faceva parte del supercontinente Gondwana”.

Proprio per questo motivo, la Zealandia non sarebbe solo un nome da aggiungere alla lista dei continenti conosciuti.

“L’esplorazione delle terre sommerse ci aiuterà a comprendere meglio la coesione e la frammentazione della crosta continentale”, spiega Mortimer nello studio.

Secondo i geologi, il continente si sarebbe separato dall’Australia circa 60-80 milioni di anni fa, in pieno Mesozoico a causa di una frattura tuttora visibile, sul confine destro dell’isola, al largo della costa del Queensland. A separare la Zealandia ci sarebbero solo 25 chilometri.

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L’ottavo continente sarebbe stato rilevato da mappe satellitari elaborate sul campo gravitazionale in cui si vede una crosta continentale leggera e omogenea finita sott’acqua per il 94%.

Adesso, la nave Joides Resolution partirà verso la zona per recuperare sedimenti e ricce che si trovano sotto l’Oceano. Tutto ciò che sarà trovato, verrà poi analizzato a bordo, consentendo agli scienziati di capire di più su storia, clima e vegetazione della Zealandia.

Secondo lo scienziato Jerry Dickens, dell’università del Rice nel Texas, tutti questi elementi serviranno anche a studiare il clima globale. “C’è motivo di credere che la Zealandia influenzasse i cambiamenti globali”, spiega.

La spedizione durerà due mesi e partirà in questi giorni da Townsville.

Dominella Trunfio

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