No, purtroppo non è uno scherzo. La sentenza appena emessa, relativa ad alcune delle vittime del terremoto de L’Aquila, prevede un importante taglio dei risarcimenti. Il motivo? La loro "condotta incauta", ovvero essere rimasti nell'abitazione la tragica notte del 6 aprile invece di fuggire dopo le prime due scosse
A L’Aquila, nella drammatica notte del 6 aprile 2009 persero la vita 24 persone in un edificio di via Campo di Fossa. Adesso, a distanza di 13 anni dalla tragedia, è arrivata una sentenza che lascia con l’amaro in bocca: ci fu un concorso di colpa delle vittime, alle quali viene attribuita una “condotta incauta” per non aver lasciato l’abitazione dopo le prime due scosse.
Motivo per cui il Tribunale de L’Aquila ha optato per il taglio dei risarcimenti nei confronti dei proprietari del palazzo crollato quel 6 aprile. Una decisione che ha già fatto scoppiare un’ondata di polemiche in Italia.
È fondata l’eccezione di concorso di colpa delle vittime – si legge nella sentenza firmata dal giudice Monica Croci – costituendo obiettivamente una condotta incauta quella di trattenersi a dormire nonostante il notorio verificarsi di due scosse nella serata del 5 aprile e poco dopo la mezzanotte del 6 aprile. Concorso che può stimarsi nel 30 per cento.
A seguito della tragedia gli eredi delle vittime, avendo in mano delle perizie che attestavano confermavano nel corso della realizzazione del palazzo e una “grave negligenza del Genio civile nello svolgimento del proprio compito di vigilanza sull’osservanza delle norme poste dalla legge vigente, in tutte le fasi in cui detta vigilanza era prevista”, avevano citato in giudizio sia il ministero dell’Interno e il ministero delle Infrastrutture e Trasporti per le responsabilità della Prefettura che il Genio Civile per la mancanza di controlli durante i lavori. Ad essere stato citato anche il Comune dell’Aquila per responsabilità analoghe e le eredi del costruttore Del Beato per le responsabilità in fase di costruzione.
Una sentenza che indigna e lascia con l’amaro in bocca
Alla fine, oltre a condannare i due ministeri (attribuendo il 15% della responsabilità a ciascuno) e Del Beato (a cui è stato attribuito il 40% della responsabilità), il Tribunale ha riconosciuto una corresponsabilità delle vittime pari al 30% poiché ritenute imprudenti a non essere uscite di casa, mentre sono state respinte le richieste nei confronti del comune.
Tantissime persone stanno commentando la notizia sui social che riapre una ferita mai rimarginata per i cittadini abruzzesi.
È una vergogna! – scrive un utente – Le scosse andavano avanti da mesi, cosa dovevano fare? Dormire in auto tutte le notti? Con tutte le comunicazioni istituzionali che c’erano state nelle settimane precedenti, con le quali si cercava di tenere a bada il panico della popolazione aquilana! È davvero un insulto alle vittime e ai superstiti
Oltre il danno, la beffa…
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Fonte: Ansa
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