Da Roma a Capo Nord in bicicletta: Antonella ci racconta il suo viaggio all’insegna della lentezza

Forza di volontà e di gambe, polmoni e resistenza. Tutto questo per ammirare in bicicletta le meraviglie dell'estremo nord dell'Europa e aiutare le popolazioni dell'Africa che non hanno ancora accesso all'acqua. A compiere questo viaggio da sogno, da Roma a Capo Nord, è stata Antonella Gentile

Forza di volontà e di gambe, polmoni e resistenza. Tutto questo per ammirare in bicicletta le meraviglie dell’estremo nord dell’Europa e aiutare le popolazioni dell’Africa che non hanno ancora accesso all’acqua. A compiere questo viaggio da sogno, da Roma a Capo Nord, è stata Antonella Gentile.

La donna, 33 anni, originaria di Barletta ha pedalato per l’Europa per raggiungere la punta più estrema della Norvegia. Circa 5000 km percorsi in bici attraversando Italia, Austria, Germania, Danimarca, Svezia e Norvegia. Un viaggio lento, durato circa 4 mesi e mezzo, durante i quali Antonella ha ammirato le meraviglie che il continente ci offre se solo riusciamo a osservarlo col tempo che merita.

In sella a Olimpia, la sua city bike, Antonella ha pedalato verso nord per aiutare il sud, tentando di ridurre le distanze tra Europa e Africa. Come? Durante il suo viaggio, documentato sui suoi canali social, la giovane pugliese ha chiesto ai suoi lettori di sostenere un progetto idrico di Amref.

Abbiamo chiesto ad Antonella di raccontarci il suo viaggio in solitaria dall’Italia al Polo Nord:

Ciao Antonella, bentornata. Ci parli un po’ del tuo viaggio? Quando sei partita? Quali sono state le tappe principali?

A Giugno ho deciso di partire per il Nord Europa con la mia bicicletta senza preparazione atletica. Volevo fare un viaggio lento che mi desse la possibilità di guardare con occhi diversi il mondo, di fermarmi ad osservare la natura, di conoscere persone e sperimentare la loro cultura e le loro tradizioni. Spesso siamo così presi da noi stessi, dai nostri doveri, che dimentichiamo quanto sia meraviglioso ciò che ci circonda ma è importante anche vivere di passioni e sentirsi liberi. Ho capito quanto sia bello non guardare costantemente l’orologio e il tempo che scorre perché bisogna vivere ogni singolo momento come un dono. E così sono passati 4 mesi e mezzo senza che io me ne sia accorta. Ho attraversato Italia, Austria, Germania, Danimarca, Svezia e Norvegia fino ad arrivare a Capo Nord. Negli ultimi 370 km, poiché faceva molto freddo e le strade erano impraticabili, ho usato mezzi alternativi.

antonella gentile capo nord 2

Cosa ti ha colpito di più di ogni paese che hai visitato?

Ciò che mi ha colpito di più è stato l’amore che ho ricevuto dalle persone. Ho toccato con mano l’umanità in ogni paese da cui sono passata. Ho usato siti come Couchsurfing e Warmshowers che permettono di dormire a casa di persone del posto e sono stata accolta da tutti benissimo sperimentando i loro piatti tipici e la loro cultura. Alcuni mi hanno regalato persino vestiti adatti per sopportare il freddo norvegese. Altri mi hanno fornito le luci della bicicletta e molte associazioni o hotel/b&b hanno deciso di offrirmi ospitalità gratuita. Oltre alle persone fantastiche che ho incontrato, ciò che mi ha colpito sono stati i paesaggi. Ho percorso strade stupende, soprattutto in Norvegia sebbene non ci siano piste ciclabili. Auguro a tutti di avere la possibilità di visitare i fiordi. Purtroppo però ho avuto difficoltà a pedalare in Italia dove c’è da segnalare assenza di piste ciclabili e scarsa manutenzione delle poche esistenti. Siamo davvero lontani da paesi come l’Austria, la Germania, la Danimarca e la Svezia, paesi all’avanguardia per il turismo in bici.

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In che cosa consiste l’iniziativa di Amref?

Un giorno guardavo su Facebook una pubblicità di Amref che parlava di donne costrette a camminare per tanti km per attingere acqua dai pozzi. Ho pensato subito al fatto che mentre io ero in viaggio per divertirmi, ci sono purtroppo viaggiatori per necessità, persone costrette a camminare per tanti km per attingere acqua dai pozzi. In Africa, infatti, molte popolazioni non hanno la nostra fortuna di usufruire di acqua potabile con un gesto semplice come aprire un rubinetto. Camminando tutto il giorno, sottraggono tempo ad altre attività importanti come l’istruzione o il lavoro. Ho deciso quindi di sostenere un progetto idrico di Amref in Kenya, mirato alla costruzione di pozzi. Durante il mio viaggio invitavo le persone tramite la mia pagina Facebook a donare attraverso il mio sito internet www.imieiviagginelmondo.com . Tante imprese e singoli individui hanno appoggiato questa iniziativa di Amref e credo che uniti si possano davvero cambiare le sorti di un intero paese.

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Qual è stato il momento più emozionante?

Ci sono stati tanti momenti emozionanti e non uno in particolare. Ogni volta che varcavo un confine provavo una sensazione bellissima ma mi sono emozionata anche per ogni abbraccio ricevuto, per ogni animale incontrato per strada, per ogni paesaggio raggiunto con fatica e ogni volta che sentivo il calore umano provavo gioia. È stato importante anche arrivare a Capo Nord perché ho capito che con la volontà si possono raggiungere grandi risultati. E se sono riuscita io, che non sono un’atleta, a raggiungere questo traguardo, vuol dire che lo possono fare tutti, ognuno con i propri tempi, accettando i propri limiti ma scoprendo anche le proprie virtù.

Cos’hai provato all’arrivo?

In realtà è stato più importante il viaggio della meta stessa. A mio parere ci sono molti posti più belli di Capo Nord ma questo luogo mi ha permesso di pensare a tutti i km percorsi, alle persone incontrate, all’ospitalità ricevuta. È stato un po’ come rivivere tutto il mio viaggio attraverso l’ultima tappa. Ho provato due sensazioni contrastanti all’arrivo, il vuoto perché l’esperienza poteva ormai dirsi conclusa ma anche la pienezza, la gioia per tutto ciò che avevo vissuto.

Cosa ti ha lasciato questo viaggio?

Ho cambiato il modo di vedere le persone e le cose. Sono partita molto diffidente, forse influenzata anche dalla tv che trasmette ogni giorno immagini negative dell’uomo e penso di essere maturata un po’. Questo viaggio mi ha fatto capire che il mondo è bello, che siamo tutti uguali nella nostra diversità, in Italia, in Austria, in Germania, in Danimarca, in Svezia, in Norvegia e anche in Africa. Durante questa esperienza, la strada era diventata il mio divano, le persone la mia coperta ed ora che sono a casa sono soddisfatta di aver fatto questo percorso che mi ha fatto sognare e reso consapevole che bisogna fare ciò che si ama anche quando per gli altri ciò che fai non ha un senso. Il nostro senso non coincide sempre con il senso degli altri. E non importa se si fanno 5, 10 o 5000 km, l’importante è ritornare diversi da come si è partiti.

Viaggiare è sempre la scelta giusta.

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Francesca Mancuso

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