Overfishing, microplastiche persino negli occhi dei pesci e riscaldamento delle acque: stiamo soffocando gli Oceani e i mari

L'immensità del mare è sorella maggiore del grembo materno. Il mare è dentro di noi, non dimentichiamolo, soprattutto oggi, Giornata degli Oceani. Dall'overfishing all'enorme problema delle microplastiche, che sono arrivate persino a rendere ciechi i pesci, passando per il ritardo inspiegabile per fare della Salvamare una legge operativa. Ne parliamo con Rosalba Giugni, Presidente di Marevivo Onlus

Oggi 8 giugno è la Giornata degli Oceani, perché una giornata specifica?

Per un motivo molto semplice: il mare, o meglio “madre Mare”, è il liquido amniotico del nostro Pianeta, quello che ha consentito di far nascere la vita. Nella notte dei tempi, l’energia del sole e il grembo del mare hanno fatto sì che potesse nascere la prima cellula che si è poi moltiplicata. Senza questo organismo meraviglioso, che ricopre più del 71% del Pianeta, noi non potremmo vivere se non fosse in buona salute. Il nostro futuro dipende dalla salute del mare e la salute del mare dipende da noi.

È tutto molto poetico quello che dice, Presidente, ma la sensibilità comune riguardo alla salute di mare e oceani è ridotta all’osso. Quali sono i problemi maggiori legati al mare?

Mentre noi stiamo parlando, c’è gente che prende la vita dal mare. C’è un overfishing ovunque e nello stesso tempo tutti i rifiuti della nostra società finiscono lì, sotto quel “tappeto blu” dove la gente crede che le cose scompaiano. E invece abbiamo visto negli ultimi tempi che le microplastiche sono state trovate nei tessuti della placenta delle donne, nel sangue e nel latte materno. I biologi marini nei loro studi hanno rilevato anche una trasformazione del ciclo vitale negli animali, il cambio di sesso e l’infertilità. Altra conseguenza terribile è stata il ritrovamento di nano-plastiche negli occhi dei pesci, che è causa di cecità. E se succedesse anche agli uomini?

E le dirò di più: le temperature dei mari italiani stanno aumentando a ritmi troppo veloci e non è affatto una buona notizia per la biodiversità. Infatti, il Mar Mediterraneo, per le sue caratteristiche di bacino semichiuso, è soggetto maggiormente al riscaldamento delle acque. Dagli anni ’80 a oggi, le temperature superficiali del mare sono aumentate di circa 1°C nell’Area Marina Protetta del Plemmirio, per fare un esempio, e del 1,7-1,8°C nell’Area Marina Protetta di Portofino e dell’Isola d’Elba, aree si è assistito ad un peggioramento del fenomeno negli ultimi quarant’anni.

Bisogna correre ai ripari e quindi la giornata dell’8 giugno deve essere uno stimolo per far capire agli uomini e alle donne che non possiamo trattare così il mare.

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Servirà? Alla COP26 di novembre scorso il mare per esempio è stato il grande assente. Come si può pensare di risolvere una crisi climatica senza considerare il mare?

Battagliare affinché si capisca che il mare è indispensabile per la vita sulla Terra producendo più del 50% dell’ossigeno che respiriamo, catturando un terzo dell’anidride carbonica che produciamo e rappresentando il grande regolatore del clima. Il 98% del territorio abitato dalla vita è ospitato nelle sue acque. Quello che è successo alla COP26 è drammatico, abbiamo protestato tantissimo. E le devo dire a cuore aperto che dopo 40 anni mi dico che non è possibile come per esempio in Italia per arrivare alla Salvamare ci abbiamo messo 4 anni…

Ne abbiamo parlato, ma una cosa interessante della Salvamare che riguarda il passato di Marevivo da vicino sono i fondi stanziati per mettere sbarramenti alle foci dei fiumi e sono circa 30 anni che se ne parla…

Pensi che già nel 1988 Marevivo installò uno sbarramento sul fiume Sarno, raccogliendo 1200 tonnellate di rifiuti in soli 3 mesi. Ci sono voluti 34 anni per arrivare a una legge fondamentale per contrastare il marine litter…

Come se lo spiega?

Non me lo spiego, tutto qui. Quando parlo con i parlamentari, con la gente, coi giornalisti, siamo tutti d’accordo… poi tra il dire e il fare… Sicuramente c’è una consapevolezza maggiore, ma ci sono tanti strumenti da mettere in atto per mettere in campo davvero il cambiamento. E non solo: la transizione ecologica prevede una transizione alimentare e di questo se ne parla pochissimo. Per esempio proprio oggi al Museo di Storia Naturale di Venezia dove viene inaugurata la Mostra The Living Sea, lanceremo un messaggio forte sulla difesa della biodiversità marina e della transizione alimentare, perché non possiamo continuare ad alimentarci di animali prelevati dal mare o dagli allevamenti intensivi. La transizione la dobbiamo fare tutti, ognuno nel proprio piccolo, e ci vorrebbe una grande rivoluzione dei giovani. E delle donne.

Delle donne?

Certo, in questo momento storico il ruolo della donna è importantissimo. La donna non è consapevole di che grande potere ha, perché è quella che partorisce il bambino, lo cresce, lo allatta, lo nutre, lo veste e quindi è quella che sceglie. In questo, diciamocelo, fa più scelte la donna che l’uomo… E se la donna sceglie in una certa maniera può cambiare anche il mercato. Le donne hanno più l’istinto della conservazione della specie.

Una cosa concreta da fare oggi per celebrare la Giornata degli Oceani.

Beh, passiamo una giornata non mangiando pesce, lasciamolo al mare, non sprechiamo, recuperiamo e rendiamoci più consapevoli di quello che abbiamo attorno. E soprattutto, teniamo a mente un dato: Il mio sogno è chiudere Marevivo, perché significherebbe che abbiamo recuperato tutto.

E ti vorrei citare una frase di Erri De Luca che ho sulla scrivania da sempre.

Quale, Presidente?

“L’immensità del mare è sorella maggiore del grembo materno”.

Meraviglioso. Noi abbiamo il mare dentro.

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