Silenziosamente, c'è un'Italia che intraprende un cambiamento sociale, che cerca una vita diversa, e torna alla campagna, a forme di produzione più sostenibili e virtuose, al senso di comunità e di convivialità. È questa l'Italia che vuole raccontare Daniel Tarozzi, direttore de "Il Cambiamento" con il suo "Viaggio nell'Italia che cambia", percorrendo, da nord a sud, tutta la penisola per incontrare di persona chi ha preso in mano la propria vita per migliorare se stesso e la realtà in cui vive.
Cosa ci mostrano i media ogni giorno del nostro Paese? Ci parlano di un’Italia arrabbiata, delusa, di un’Italia rassegnata. Eppure la nostra penisola non è così immobile e decadente, come vogliono raccontarcela.
Silenziosamente, c’è un’Italia che intraprende un cambiamento sociale, che cerca una vita diversa, e torna alla campagna, a forme di produzione più sostenibili e virtuose, al senso di comunità e di convivialità.
È questa l’Italia che vuole raccontare Daniel Tarozzi, direttore de “Il Cambiamento” con il suo “Viaggio nell’Italia che cambia“, percorrendo, da nord a sud, tutta la penisola per incontrare di persona chi ha preso in mano la propria vita per migliorare se stesso e la realtà in cui vive.
GM: Daniel come nasce l’idea di realizzare il progetto del viaggio nell’Italia che cambia?
DT: Dopo circa dieci anni di attività in redazione, occupandomi di temi ambientali, ho avvertito il bisogno di andare oltre la scrivania ed il computer, per incontrare e vedere personalmente le realtà e la gente di cui, ogni giorno, scrivo. E da qui è nata l’idea di attraversare l’Italia da nord a sud, da est ad ovest, in camper, per sei mesi, con una telecamera ed un computer.
Da questo viaggio, nascerà un libro, che raccoglierà e racconterà le molteplici sfaccettature dell’Italia che sta cambiando, nelle sue diverse realtà: sarà un libro in grado di mostrare al pubblico di “non addetti ai lavori” quante cose, silenziosamente, stanno accadendo, quanti italiani, singoli, imprenditori, associazioni e cooperative hanno deciso di vivere in modo diverso.
Tutto il progetto nasce dalla volontà di mostrare che l’Italia non è solo quella che ci viene raccontata, l’Italia del Grande Fratello, dello spread, dei depressi cronici, ma ci sono persone di tutte le età ed estrazioni sociali, economiche e politiche che si sono messe in moto per cambiare la propria vita.
GM Le persone che ogni giorno incontri, durante questo viaggio, come stanno accogliento il tuo progetto?
Ritengo di avere un grande privilegio, nell’incontrare queste persone che mi accolgono a porte spalancate: lavorano e si impegnano da anni, ma nessuno parla di loro, nessuno mediaticamente li rappresenta, per cui apprezzano molto che qualcuno vada ad ascoltarli e a raccontare le loro esperienze. E mi stupisco e ammiro, ogni volta, quanta forza e determinazione queste persone dimostrino nell’affrontare le enormi difficoltà economiche, burocratiche e sociali, che le loro scelte di vita comportano.
Il tuo viaggio ti sta portando da nord a sud dell’Italia: hai riscontrato grandi differenze tra le varie regioni?
Le differenze sono tante, non lo nego, ma non in senso negativo: la diversità, anche umana, rappresenta una grande ricchezza del nostro paese.
Mi ha entusiasmato ad esempio vedere che in Sardegna, nonostante le grandi difficoltà economiche che vive questa regione, il tessuto sociale sia ricco e vivace nel creare imprenditoria e circuiti economici alternativi e nel dare vita a tecniche avanzate di permacultura. Così come in molte altre regioni, tra cui il Veneto, dove il tessuto sociale è estremamente attivo.
Il tuo viaggio lungo la penisola nasce anche dalla volontà di fare esperienza diretta delle diverse realtà in giro per il paese, andando oltre i contatti virtuali. Ma che ruolo ha il web nel tuo progetto?
Il mio viaggio non vuole essere una critica al web, piuttosto ritengo che la rete, adesso, sia lo strumento, non solo attraverso cui informarsi, ma anche attraverso cui agire verso nuovi modelli sociali ed economici. Tuttavia, il web non deve diventare l’alibi per rimanere dietro uno schermo, rinunciando all’impegno nella vita reale.
Il mio progetto nasce per dare voce alle tante esperienze positive che attraverso la rete possono trovare uno spazio di diffusione e condivisione. Tutto quello che non troverà spazio nel libro, infatti, verrà raccontato sul web e messo in rete, per far conoscere il più possibile queste esperienze virtuose.
Grazie a questo progetto stai entrando in contatto con diverse esperienza e realtà positive, ma anche con grandi difficoltà ed ostacoli. Il cambiamento è davvero possibile in Italia?
Cambiare è difficile: richiede forza di volontà, obiettivi, impegno e tanto lavoro. Però credo che sia più difficile non cambiare, continuare a fare una vita che non ci soddisfa e ci rende infelici, rimanere ore imbottigliati nel traffico, vedere i propri cari ammalarsi per la fabbrica in cui lavoriamo.
Le difficoltà per coloro che hanno deciso di cambiare vita sono innegabili, ma io vedo in loro qualcosa che molti di noi hanno perso: la consapevolezza di dare un senso alle proprie giornate.
Potete seguire il viaggio di Daniel su www.italiachecambia.org, sul blog del viaggio sul Fatto quotidiano e sulla pagina facebook di Daniel Tarozzi e su twitter @danieltarozzi. Inoltre è possibile “viaggiare con Daniel” sostenendo l’iniziativa