L'incidente alla centrale nucleare in Francia di lunedì scorso ha riaperto prepotentemente il dibattito sul nucleare in Europa. Dopo l'esplosione del sito di Marcoule, vicino ad Avignone si è generato una sorta di panico tra la popolazione europea nonostante le rassicurazioni che arrivano dagli organi ufficiali.
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Lunedì scorso ha riaperto prepotentemente il dibattito sul nucleare in Europa. Dopo lì, vicino ad Avignone si è generato una sorta di panico tra la popolazione europea nonostante le rassicurazioni che arrivano dagli organi ufficiali.
Questo perché i cittadini, quando si parla di energia atomica hanno paura, alla luce soprattutto della scarsa informazione tempestiva che arriva in caso di fughe radioattive. Fukushima è stato l’ultimo triste esempio. In Giappone, infatti, solo ora stanno emergendo le verità (e neanche tutte) tenute nascoste dal Governo e dalla TEPCO. La gravità dell’incidente nucleare giapponese, infatti, è stata minimizzata fino alla fine. Fin quando l’evidenza e la drammatica situazione di contaminazione nucleare non poteva più essere negata. Una situazione denunciata fin da subito dagli attivisti di Greenpeace che hanno monitorato (e continuano a farlo) costantemente i livelli di radioattività della zona intorno alla centrale danneggiata.
Proprio per questo è all’associazione dell’arcobaleno che abbiamo voluto chiedere maggiori informazioni sull’incidente nucleare in Francia e, in generale sullo stato degli impianti atomici in Europa. Ci ha risposto Salvatore Barbera, responsabile campagna Nucleare di Greenpeace Italia.
GM: Riguardo l’esplosione in Francia possiamo stare davvero tranquilli?
A quanto in nostro possesso in questo momento, non c’è stato rilascio di materiale radioattivo. Un team di Greenpeace Francia, giunto poche ore dopo l’incidente, non ha rilevato radioattivitàanomala. Ciò nonostante, Greenpeace chiede assoluta trasparenza sull’accaduto e sulle causedell’incidente.
GM: Quali sono le centrali nucleari più a rischio in Europa?
In Europa ci sono attualmente 143 centrali nucleari in funzione. Ognuna di queste è potenzialmente pericolosa. Detto ciò, ci sono alcuni tipi di centrali che preoccupanomaggiormente:
– Vecchie centrali. Molte centrali nucleari europee sono più vecchie di 30 anni.
– Centrali senza un secondo guscio di contenimento. Tale guscio è sia in grado di proteggereda eventuali rilasci di radiazione in caso di incidente, che di proteggere il cuore dellacentrale da un eventuale attacco terroristico (per esempio caduta di aereo o lancio di missilisulla struttura). Tra questi, si possono ricordare i reattori dello stesso tipo di quelli usati a Fukushima, presenti a Garona in Spagna e a Muehleberg in Svizzera. Ma anche i reattori deltipo VVER 440 in Ungheria e Repubblica Ceca e i 4 reattori posseduti da Enel in Slovacchia.
– I reattori CANDU. Questo tipo di reattore a un così detto fattore positivo di reattività, che significa che in caso di shutdown di emergenza si ha un picco di capacità. Ci sono due reattori di questo tipo in Romania ed ENEL sta partecipando alla costruzione di altri due reattori dello stesso sito. La Commissione europea ha inoltre espresso le sue preoccupazioni sul fatto che questo tipo di reattori non sia sufficientemente resistente allo scontro di un aereo.
– Centrali che hanno già avuto problemi in passato. La lista completa di queste centrali è possibile scaricarla nel documento qui allegato. Va ricordato che tutte le centrali di questo tipo presenti in Germania sono già state chiuse.
Gli stress test europei sono affidabili?
I test sono fatti dagli operatori stessi, che non hanno nessun interesse nel trovare eventuali problemi. Sono poi rivisti dal regolatore nazionale che, in molti paesi, non è completamente indipendente, come richiesto dall‘Euratom Directive on Nuclear Safety (71/2009/Euratom). I Paesi sui quali abbiamo maggiori dubbi di indipendenza sono Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria, Romania, UK e Spagna.
Rischi di attacco terroristico, sabotaggio, cyberattacks e attacchi in caso di guerra non sonopresi in considerazione per gli stress test. Il Consiglio Europeo ha promesso di svolgere volontariamente uno studio in tal senso che non verrà però pubblicato e che quindi non potrà essere valutato da organi indipendenti. Anche ENEL ha un ruolo importante negli stress test. Noi chiediamo di cancellare i piani per Mochovce, chiudere Mochovce 1,2 in Slovacchia e cancellare la propria partecipazione in Cernavoda in Romania.