Il 21, 22, 23, 24 marzo 2019 torna sul grande schermo “La gabbianella e il gatto” il film di Enzo d’Alò in mediapartnership con GreenMe
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Il 21, 22, 23, 24 marzo 2019 torna sul grande schermo “La gabbianella e il gatto” il film di Enzo d’Alò, con i disegni di Walter Cavazzuti e le ambientazioni di Michel Fuzellier, in mediapartnership con greenMe.
Una storia sempre più attuale
Uno stormo di gabbiani vola sopra la foce del fiume Elba, nel mare del Nord. Tra loro c’è Kengah che si lancia in picchiata per pescare, ma una macchia nera di petrolio, la «peste nera», la «maledizione dei mari», le immobilizza le ali e la spinge a maledire gli umani colpevoli dell’inquinamento marino.
È una storia di amicizia, di integrazione, di coraggio e di resilienza, ma ‘La Gabbianella e il Gatto’ è anche uno spaccato senza tempo che racconta un male endemico della nostra società, la mano dell’uomo che cambia la natura e distrugge la biodiversità.
Quello che succede a mamma Kengah non è altro che l’emblema di ciò che subiscono migliaia di animali, ogni volta che siamo di fronte a una catastrofe ambientalista.
Nel film del ‘98, tratto dal capolavoro di Sepùlveda, ‘Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare’, lo strano incontro tra il gatto Zorba e Kengah, avviene proprio dopo che una motovedetta si schianta contro una petroliera.
L’acqua del mare diventa densa, vischiosa, si tinge di nero. Il petrolio si disperde e risucchia la gabbiana. Lei si dimena, ma le sue zampe sono immobilizzate. Pensa Kengah. Con la mente vola e ricorda tutte le volte in cui le petroliere, approfittando della nebbia, andavano a largo per lavare le loro cisterne.
Barili di migliaia di litri con una sostanza densa che sporcava le onde e soffocava gli animali. Molte volte qualcuno riusciva a fermarli, tante altre l’avvelenamento avveniva in maniera silenziosa.
Ma la gabbiana non può arrendersi al petrolio, deve lottare per portare in salvo il suo uovo, così stremata arriva nel balcone di una casa, quella in cui vive il gatto Zorba.
In un punto di morte, affida proprio a lui il futuro del suo uovo, strappandoli tre promesse: non mangiarlo, averne cura ed insegnare a volare al piccolo. Quello che succede dopo è un racconto che emoziona. La gabbianella Fortunata e Zorba diventano amici inseparabili, a dispetto di qualunque legge esistente tra predatore e preda. E alla fine, Fifi pur essendo convinta di essere un gatto, spiccherà il volo mostrando la stessa tenacia della madre.
Accanto all’aspetto legato ai sentimenti, il film con estrema semplicità, denunciando le conseguenze dell’inquinamento marino, ci spinge a prendere coscienza e ad assumerci delle responsabilità nei confronti del Pianeta.
Le nostre singole scelte possono cambiare la vita degli esseri viventi; per questo pur partendo da una catastrofe ambientale, “La Gabbianella e il Gatto” lancia un messaggio di speranza: non è ancora tutto perduto e ognuno di noi può fare la differenza imparando a volare con le proprie ali.
Trailer del film
Intervista video a Enzo D’Alò
Dominella Trunfio