A Chernobyl, le reazioni nucleari sembrano essere tornate a “bruciare”. Dobbiamo davvero preoccuparci? Con Alessandro Dodaro, Direttore Dipartimento fusione e tecnologie per la sicurezza nucleare ENEA, facciamo chiarezza su quello che sta accadendo.
A Chernobyl, le reazioni nucleari sembrano essere tornate a “bruciare”. Una notizia che sta conquistando le prime pagine di tutti i giornali, che parlano di “risveglio” della centrale nucleare. E’ vero? Dobbiamo preoccuparci? Con Alessandro Dodaro, Direttore Dipartimento fusione e tecnologie per la sicurezza nucleare ENEA, facciamo chiarezza su quello che sta davvero accadendo.
Cominciamo con il dire che tutto parte da un singolo articolo, fonte di ogni notizia uscita su questo argomento, che è apparso su Science a firma di Richard Stone, con alcune interviste a scienziati dell’ISPNPP e, in particolare, a Neil Hyatt, chimico esperto di materiali radioattivi dell’Università di Sheffield.
Secondo questo articolo, il graduale aumento dei neutroni misurati sarebbe dovuto ad un incremento delle reazioni di fissione che avvengono all’interno del nocciolo fuso del reattore. Ma cosa significa? Quali sono i dati a riguardo? Cosa dicono le agenzie internazionali preposte? E, soprattutto, dobbiamo davvero preoccuparci?
Dodaro non ha dubbi: anche se tutto questo fosse ufficialmente confermato, e per ora non lo è, fortunatamente non ci sarebbe comunque nessun rischio per ambiente e popolazione.
Cosa succedendo a Chernobyl?
In primo luogo è necessario sottolineare che le agenzie internazionali preposte non hanno dato notizie ufficiali che confermino quanto riportato nell’articolo. Le informazioni non sono sufficienti per fare ipotesi ragionevoli: si parla genericamente di un aumento dei neutroni misurati dai sensori, ma non c’è alcuna indicazione numerica che possa far apprezzare la rilevanza del presunto aumento.
Qualunque sia la causa, comunque, l’unica certezza è che al momento non c’è rischio per l’ambiente e per la popolazione visto che la rete di monitoraggio ambientale non mostra aumenti significativi dei livelli di radiazione medi nella zona.
L’articolo di Science riporta un’intervista all’ISPNPP e a Neil Hyatt, sulla base di quali dati viene affermato che siamo davanti al «risveglio» del reattore?
Secondo gli intervistati il graduale aumento dei neutroni misurati sarebbe dovuto ad un incremento delle reazioni di fissione che avvengono all’interno del nocciolo fuso del reattore: in realtà le motivazioni potrebbero essere diverse a seconda di quale sia l’aumento effettivo del parametro.
Ad esempio, lievi aumenti dei neutroni misurati potrebbero essere legati anche a un semplice aumento dell’umidità dell’aria; infatti, tutti i rivelatori di neutroni, quindi anche quelli utilizzati nei dintorni di Chernobyl, sono più sensibili ai neutroni termici (cioè lenti) e l’efficacia dell’aria come mezzo per il rallentamento dei neutroni cresce al crescere dell’umidità: potrebbe non essere quindi aumentata la produzione di neutroni ma solo il numero di quelli misurati.
Se invece fosse stato registrato un aumento molto rilevante, l’ipotesi avanzata nell’articolo potrebbe essere ragionevole.
Se fosse confermato un rilevante aumento dei neutroni misurati, quali sarebbero le motivazioni e le eventuali conseguenze?
Per spiegare il fenomeno occorre prima richiamare il concetto di “massa critica”, cioè la combinazione di distribuzione spaziale e massa di un elemento fissile che consente di mantenere la reazione stabile: è possibile immaginare, a causa di qualche assestamento di quell’enorme e densissima massa costituita dal nocciolo fuso del reattore, che in qualche suo punto si siano create le condizioni geometriche e di massa per avere zone di massa critica, in cui le reazioni di fissione si mantengono stabili nel tempo. Di fatto è come se in quella zona ci fosse un mini reattore nucleare che si autosostiene.
Se pure questo fosse il caso, comunque, è estremamente improbabile che la situazione possa degenerare nella direzione di una esplosione. Le condizioni di massa critica, infatti, sono molto difficili da ottenere e vengono a mancare non appena il consumo di combustibile riduce la massa di elemento fissile a disposizione: il mini reattore nucleare che si sarebbe realizzato all’interno dell’edificio reattore è destinato dunque a spegnersi e non a diventare esplosivo.