GRAMMA, la serra fotovoltaica che sfrutta il 90% della luce solare

La serra fotovoltaica GRAMMA riesce a dar luce contemporaneamente alle piante e ai pannelli fotovoltaici

Può una serra lasciare passare la luce per le piante anche se è coperta di pannelli solari fotovoltaici? A quanto pare sì: i tedeschi di GP Joule hanno sperimentato in Puglia un nuovo design per una serra che produce ortaggi, energia elettrica e biogas. Ma non è affatto una serra come tutte le altre…

Chi conosce un minimo di agricoltura e si intende di fotovoltaico, contemporaneamente, di solito è molto scettico sulle serre fotovoltaiche: i pannelli sulla falda della serra fanno ombra sulle piante e, mediamente, sotto non crescono neanche i funghi o il prezzemolo.

Ci sono, però, degli esperimenti riusciti come la “GRAMMA Effective PV greenhouse” di GP Joule, uno specialista tedesco del fotovoltaico che ha trovato il modo di montare i pannelli solari sulla serra senza fare ombra alla coltivazione.

design gramma serra fotovoltaicaIl segreto è nel design, nella forma della serra che è assolutamente particolare come si vede in foto. Con questa forma si spostano i pannelli in modo che non ombreggino le piante, impedendo loro di crescere normalmente.

Secondo GP Joule afferma che, con questo design della serra, si riesce a far passare il 90% della luce solare che batte sulla falda e si può installare fino a 1 MW di fotovoltaico su ogni ettaro coltivato.

Due piccioni con una fava, anzi tre: la serra è anche idroponica, quindi le piante non crescono sulla terra ma in dei sacchi all’interno dei quali scorre l’acqua mischiata ai nutrienti che servono ad alimentare gli ortaggi o le verdure coltivate.

Questo vuol dire che non c’è bisogno di una zona agricola per installare la serra GRAMMA e per produrre cibo: si può fare anche in una zona industriale. Ma vuol dire anche che, installando la serra nei pressi di una centrale termica, la si può riscaldare in inverno senza aver bisogno di teleriscaldamento.

Come centrale termica si potrebbe anche usare un impianto a biogas, che produce elettricità e calore dagli scarti agricoli della stessa serra. È facile capire, quindi, che siamo di fronte a un progetto molto moderno ma anche molto lontano dai canoni imposti dalla natura.

Tuttavia, vanno citati i tipici vantaggi di una coltivazione idroponica: minor uso di acqua, concimi e pesticidi, maggiore igiene dei prodotti, flessibilità della coltivazione visto che si fa a meno di un terreno specifico. L’integrazione del fotovoltaico e l’uso del calore di scarto di una centrale termica, infine, potrebbero far pendere definitivamente dalla parte della serra GRAMMA la bilancia ambientale di questa complessa idea.

Peppe Croce

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