Fallito il secondo tentativo di evacuazione a Mariupol mentre l’Europa affronta la crisi di rifugiati in più rapida crescita dopo la Seconda guerra mondiale

I numeri di chi tenta di lasciare l'Ucraina sono impressionanti, ma intanto fallisce la seconda evacuazione a Mariupol

Non si fermano gli orrori della guerra e chi può ha già lasciato o sta lasciando ciò che rimane di quello che una volta era il proprio paese, l’Ucraina, uno Stato che oggi è bagnato da fiumi di sangue, bombardato e sotto assedio da 10 terribili giorni. Mentre si cerca di mettere in sicurezza quanti più civili possibili che nel freddo gelido di questi giorni sono rimasti senz’acqua, senza elettricità, senza più nulla, costretti a cercare la neve fresca per abbeverarsi e lavarsi, e a sopravvivere agli attacchi russi, le operazione di evacuazione iniziate questa mattina a Mariupol sono fallite, di nuovo con spari sui civili.

Il Comitato internazionale della Croce Rossa ha diffuso la terribile notizia a seguito dei pesanti bombardamenti che hanno colpito la regione ad ovest e nord-ovest della capitale ucraina Kiev ed il cessate il fuoco che ancora una volta non è stato rispettato.

Le sorti dei civili spostati sono incerte, si spera che possano trovare quanto prima un rifugio temporaneo in attesa di nuovi aggiornamenti. Nel mentre tutta l’Europa sta facendo i conti con “la crisi dalla crescita più rapida mai registrata dopo la Seconda guerra mondiale“. A definirla così Filippo Grandi, undicesimo Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati che come tutta l’UNHCR è preoccupatissimo per questo momento storico così nero con oltre 1.5 milioni di ucraini in fuga verso l’Europa.

Fino ad oggi il nostro paese ha accolto oltre 12.000 rifugiati tra donne, bambini e anziani, mentre nei paesi confinanti con l’Ucraina sono giunti dal 24 febbraio 922,400 profughi ucraini in Polonia e 227,446 in Romania. Questi i numeri di un esodo drammatico.

Fonte: ICRC

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