Un nuovo disastro ambientale nei nostri mari. 20 tonnellate di carburante sarebbero finite nelle acque del porto di Taranto
Taranto, una falla su una nave battente bandiera panamense avrebbe provocato uno sversamento di carburante in mare. Un nuovo disastro ambientale si profila all’orizzonte, proprio a casa nostra. Dopo i timori legati alla Costa Concordia e al suo immane carico di sostanze inquinanti nel Tirreno, anche sul versante Adratico si temono altri danni all’ecosistema marino.
Secondo le prime ricostruzioni, l’incidente è avvenuto nel mar Grande di Taranto, in corrispondenza del terzo sporgente del porto, a causa di una falla. La nave era ormeggiata all’interno del porto mercantile per le operazioni di scarico dei materiale destinato alla zona industriale. Fino ad ora, come confemato dall’Ansa, sarebbero finite in mare 20 tonnellate di carburante e di olio combustibile. Per fortuna sono già state avviate le operazioni di bonifica, che hanno permesso il recupero di 8 tonnellate di liquidi inquinanti. Ancora troppo pochi per scongiurare i danni. E ci vorranno giorni prima di recuperare del tutto il carburante e l’olio finiti in mare.
La zona contaminata, che ha formato una chiazza di circa 800 metri quadrati, è già stata delimitata dai mezzi della Capitaneria di porto di Taranto e grazie anche al supporto della società Ecotaras, attraverso delle barriere galleggianti che hanno impedito la dispersione dei combustibili. Sul posto sono presenti anche gli esperti dell’Arpa, l’Agenzia regionale Protezione Ambiente che analizzeranno il materiale sversato in mare.
“Tutte le procedure di contenimento sono state attivate. La situazione è tenuta sotto osservazione dai tecnici dell’Arpa” ha rassicurato il direttore dell’Arpa della Puglia, Giorgio Assennato. Continua Assennato: “Lo sversamento di greggio è ancora in corso, fino a quando la sorgente non verrà bloccata la chiazza di petrolio che, mi dicono sia larga 800 mq, tenderà ad allargarsi“.
“Lo sversamento di carburante in mare è uno dei principali problemi ambientali dei nostri mari e l’incidente di oggi a Taranto non è che l’ennesima conferma che sul trasporto marittimo sia di merci che di persone è necessario un controllo constante e puntuale. – commenta il responsabile nazionale mare di Legambiente, Sebastiano Venneri – “Solo un’attenta operazione di presidio del territorio mare e di attento controllo e monitoraggio dello stato di salute delle acque può garantire la sicurezza e consentire un intervento tempestivo in caso di sversamento. In questo senso l’Italia rischia molto perché è uno dei paesi del Mediterraneo più esposti a questo pericolo e il servizio di prevenzione e pronto intervento in caso di sversamento garantito dal Ministero dell’Ambiente, già per il prossimo anno non ha la copertura sufficiente al proseguimento della sua attività.”
E ancora una volta a farne le spese sono i nostri mari, e le creature che li abitano, animali e vegetali, ignare dei danni che l’uomo continuamente infligge loro.
Francesca Mancuso