Quanto sono sicure le scuole italiane? Le pagelle città per città

Come stanno le scuole italiane? Risposta purtroppo scontata hainoi. Sei su 10 sono state costruite prima dell'entrata in vigore della normativa antisismica del 1974. Un terzo, precisamente il 32,5%, avrebbe bisogno di interventi urgenti di manutenzione. Il 9,8% degli edifici si trova in aree rischio idrogeologico, il 41,2% in aree a rischio sismico e l’8,4% a rischio vulcanico. E' questa la triste fotografia scattata dalla nuova analisi Ecosistema scuola, di Legambiente

Come stanno le scuole italiane? Risposta purtroppo scontata ainoi. Sei su 10 sono state costruite prima dell’entrata in vigore della normativa antisismica del 1974. Un terzo, precisamente il 32,5%, avrebbe bisogno di interventi urgenti di manutenzione. Il 9,8% degli edifici si trova in aree a rischio idrogeologico , il 41,2% in aree a rischio sismico e l’8,4% a rischio vulcanico. È questa la triste fotografia scattata dalla nuova analisi Ecosistema scuola , di Legambiente.

Giunta alla sua quindicesima edizione, l’indagine annuale di Legambiente ha fatto il punto sulle strutture e i servizi della scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado di 94 capoluoghi di provincia. E c’è poco da stare allegri. Le scuole italiane non sono sicure: solo il 22,2% di quelle analizzate hanno avuto la verifica di vulnerabilità sismica. E per colpa della crisi economica e della minore disponibilità dei Comuni ad investire, c’è stato anche un calo delle scuole che hanno servizi scuolabus (22,5%) e pedibus (5,2%). Va meglio invecve sul fronte ambientale. Uno dei pochi dati positivi dello studio riguarda infatti le pratiche sostenibili come la raccolta differenziata che ha registra il trend positivo del 2012.

In testa alla classifica c’è il Nord che guida la graduatoria della qualità dell’edilizia scolastica con Trento (1º), Pordenone (2º) e Forlì (3º). Dopo anni di assenza, in classifica è tornata anche Roma, che si è piazzata in 66° posizione. Tra le città del Sud, la prima è Lecce (21°).

Ecco la classifica:

POS

COMUNI

Punti %

POS

COMUNI

Punti %

1

TRENTO

74,5

43

CATANIA

47,6

2

PORDENONE

73,3

44

VERONA

46,8

3

FORLÌ

72,4

45

COMO

46,8

4

PRATO

71,9

46

FERRARA

46,6

5

REGGIO EMILIA

71,4

47

PESARO

45,2

6

PIACENZA

71,3

48

LODI

45,0

7

SONDRIO

70,2

49

MANTOVA

44,9

8

BERGAMO

69,6

50

SALERNO

44,6

9

VERBANIA

69,1

51

OLBIA

44,4

10

BOLZANO

68,5

52

VENEZIA

44,3

11

BRESCIA

66,4

53

CAGLIARI

44,2

12

GORIZIA

64,5

54

RAGUSA

42,9

13

BIELLA

64,4

55

MASSA

42,8

14

MACERATA

64,2

56

CAMPOBASSO

42,5

15

PARMA

63,5

57

AOSTA

41,8

16

TERNI

63,5

58

NOVARA

40,6

17

FIRENZE

63,0

59

TORTOLI

39,8

18

ASTI

59,7

60

VICENZA

39,0

19

SIENA

59,6

61

CALTANISSETTA

38,6

20

LIVORNO

59,3

62

LA SPEZIA

38,1

21

LECCE

57,4

63

POTENZA

36,7

22

FROSINONE

57,2

64

GROSSETO

35,6

23

TORINO

56,7

65

BARI

34,5

24

TREVISO

56,6

66

ROMA

34,2

25

LECCO

56,3

67

MODENA

33,2

26

VERCELLI

54,6

68

PISA

33,0

27

BENEVENTO

54,1

69

SAVONA

29,2

28

PAVIA

53,6

70

CATANZARO

28,5

29

AREZZO

53,2

71

PESCARA

28,3

30

PADOVA

52,4

72

ROVIGO

27,7

31

L’AQUILA

51,9

73

TRIESTE

27,6

32

CREMONA

51,7

74

LATINA

23,8

33

PERUGIA

51,5

75

GENOVA

22,4

34

CUNEO

51,4

76

CROTONE

19,9

35

PISTOIA

51,4

77

TRAPANI

19,4

36

MILANO

50,5

78

LUCCA

18,7

37

VARESE

49,6

79

REGGIO CALABRIA

17,2

38

IMPERIA

49,5

80

TARANTO

17,1

39

NAPOLI

49,0

81

ENNA

16,6

40

ALESSANDRIA

49,0

82

FOGGIA

14,5

41

AVELLINO

48,5

83

MATERA

13,3

42

BELLUNO

47,8

84

SASSARI

8,4

Tra i comuni in graduatoria, Bolzano e Reggio Emilia sono entrambi tra i primi dieci ad investire di più sia nella manutenzione straordinaria che ordinaria. Bene Prato, con l’installazione di impianti di energia rinnovabile. Bolzano, Cuneo, Frosinone, L’Aquila e Pisa si caratterizzano invece per la somministrazione di pasti 100% bio. Tra le grandi città la migliore è Firenze (17º), seguita da Torino (23º), Milano (36º) e Napoli (39º), ancora una volta prima tra le grandi città del sud.

Scuole sicure

Per diventarlo, si dovrebbe intervenire su 41mila edifici che hanno bisogno di interventi di riqualificazione e messa in sicurezza ma sono in calo i fondi destinati alla manutenzione ordinaria e straordinaria. Difficoltà che emerge anche dalle storie di ordinaria emergenza di molte scuole superiori, la cui competenza rimane alle province. Su 6.648 edifici, circa il 58% è stato costruito prima dell’entrata in vigore della normativa antisismica mentre solo il 3,3% tra il 2001 e il 2013. In calo gli edifici scolastici in possesso delle certificazioni essenziali. E scendono al 53,1% quelle che hanno il certificato di agibilità (contro il 61,2% del 2012); al 30,9% quelle dotate del certificato di prevenzione incendi (nel 2012 erano il 35,9%); al 58,1% quelle con il certificato di agibilità igienico-sanitaria (nel 2012 erano il 73,8%). Stabili i dati relativi agli impianti elettrici a norma (83,9%), mentre crescono quelli relativi alle porte anti-panico che passano dal 90,2% del 2012 al 96, 8% del 2013.

ecosistama scuola

Bioedilizia e buone pratiche ambientali.

Solo lo 0,6% delle scuole sono state costruite secondo criteri di bioedilizia e appena il 7,8% è stato edificato con criteri antisismici. Dalla ricerca di Legambiente è emerso anche che il 32,5% degli edifici scolastici necessita di interventi urgenti, mentre il 47,7% è stato oggetto di manutenzione straordinaria negli ultimi 5 anni. In calo nelle scuole i pasti interamente biologici, oramai presenti solo nel 4,8% delle mense scolastiche contro l’8,5% del 2012, così come la media di prodotti biologici pari al 53,7%. Dati positivi, che confermano il trend del 2012, sono quelli legati alla raccolta differenziata: plastica (76,8%), alluminio (57,8%), organico (67,9%), pile (58%), carta (83,4%), toner (64,4%). Unica eccezione il vetro che con il 68,8% risulta in calo rispetto all’anno precedente (73,3%). Bene la raccolta dei RAEE (Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche) che si attesta al 3%.

Scuole rinnovabili

Magari, ma purtroppo l’uso delle energie pulite è fermo al 13,6%. Tra gli edifici che utilizzano le rinnovabili, la maggior parte ha i pannelli fotovoltaici (78,1%), impianti solari termici (25,9%), impianti a geotermia e/o pompe di calore (3,3%), a biomassa (0,5%) e a biogas (0,1%). In aumento la copertura dei consumi da fonti rinnovabili, con il 42,3%.

Rischi ambientali

Gli edifici scolastici esposti a situazioni di rischio indoor e outdoor sono numerosi. Anche se il 92,2% dei comuni ha effettuato monitoraggi sulla presenza di amianto, è in calo il numero di casi certificati di amianto, passato dal 10,5% del 2012 al 7,5% del 2013 e quelli relativi ai casi sospetti che scendono dal 2,2% del 2012 allo 0,1% del 2013. In calo anche i numeri sul radon, che viene monitorato dal 32% delle amministrazioni contro il 34,8% del 2012.

Segnali positivi e negativi si riscontrano per le fonti d’inquinamento ambientale esterne come elettrodotti, emittenti radio televisive, antenne dei cellulari. È vero che il numero dei controlli sugli elettrodotti è cresciuto (10,7%) e anche quello sulle emittenti radio televisive (9,5%), ma è calato quello sulle antenne cellulari (20,5%). In crescita i dati sugli edifici scolastici posti tra 1 e 5 km da aree industriali (13,3%), da strutture militari (2,8%), discariche (8,6%), aeroporti (10,3%).

La messa in sicurezza e la riqualificazione energetica degli edifici scolastici – dichiara Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente – devono essere uno degli obiettivi prioritari di questo Paese e un’occasione dalla quale partire per creare un altro sviluppo, per contribuire alla rigenerazione urbana, ma soprattutto per far uscire l’edilizia scolastica italiana dall’attuale stato di emergenza in cui si trova. Abbiamo bisogno di scuole più sicure ed energeticamente efficienti. Per questo proponiamo al Governo Renzi di vincolare i prossimi finanziamenti, che erogherà alle Amministrazioni, a progetti che uniscano messa in sicurezza e abbattimento dei consumi energetici del 50% rispetto ai consumi di partenza della scuola. Tra l’altro la stessa direttiva europea 2012/27 UE sull’efficienza energetica chiede una riqualificazione annua del 3% degli edifici pubblici, un’opportunità che l’Italia non può perdere”.

Francesca Mancuso

LEGGI anche: Ecosistema scuola 2014: troppi edifici vecchi, ma aumentano le pratiche sostenibili

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