Donald Trump è il nuovo presidente degli Stati Uniti, ma se a votare fossero stati gli animali di certo mai e poi mai, sarebbe arrivato sulla poltrona della Casa Bianca.
Donald Trump è il nuovo presidente degli Stati Uniti, ma se a votare fossero stati gli animali di certo mai e poi mai, sarebbe arrivato sulla poltrona della Casa Bianca.
Non sono mistero, infatti, le abitudini di famiglia dei Trump. Il neopresidente ai suoi figli ha trasmesso prima di tutto, l’amore per la caccia e poco importa se a morire siano animali esotici o in via d’estinzione. Basta fare un giro sul web per trovare immagini aberranti che mostrano sorridenti Donald junior ed Eric Trump con i loro trofei, in ultimo, un leopardo ucciso in Africa e tenuto in braccio da uno dei due.
Scatti che hanno offeso la dignità degli animali, tra cui zibetti, coccodrilli, antilopi ma mentre arriva la condanna da tutto il mondo, il padre giustifica i figli con un “è forte il loro amore per la caccia”.
Lo stesso Trump viene definito dal Fondo legislativo della Società umana come “il principale sostenitore anti-animali degli Stati Uniti” perché per lui non c’è alcuna differenza: non meritano rispetto gli animali da affezione né quelli in libertà, né quelli da allevamento.
In uno dei suoi tanti discorsi non ha mai negato di voler vietare le investigazioni all’interno degli allevamenti intensivi “che contribuiscono allo sviluppo e all’occupazione del paese”. Perfino gli uomini nominati da Trump per il suo comitato agricolo a sostegno delle elezioni hanno più volte reso pubblico i boicottaggi del neopresidente a qualsiasi iniziativa a favore degli animali e di aver ribadito che non avrebbe assecondato nessun disegno di legge né contro gli allevamenti intensivi né contro la caccia.
Ma la minaccia non è solo per gli animali, parliamo del clima. Il duello Hillary vs Donald ha messo sul piatto dei programmi politici anche la questione climatica. Cosa ne sarà dell’Accordo di Parigi? Secondo Trump, “l’accordo danneggia gli Stati Uniti e andrebbe rinegoziato. Certo uscirne non è facile, visto che è vincolante ed è stato ratificato”.
Chiaro, dunque, l’intento di non voler onorare gli impegni assunti da Obama alla conferenza climatica e di disinteressarsi del fatto che, senza una politica corretta sui cambiamenti climatici, andremo dritti dritti verso l’aumento di due gradi centigradi della temperatura media mondiale.
Confuso anche sul piano delle risorse energiche utili a ridurre le emissioni di C02. Trump dice di volerle incoraggiare ma tenterà di ridurre il prezzo dell’energia e aumentare la produzione economica interna. È chiaro che le due cose non possono andare di pari passo, com’è chiaro che “saranno eliminate tutte le azioni esecutive distruggi lavoro”, tradotto significa nessuna svolta anti-carbone per non destare preoccupazione tra i sindacati.
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Un triste passo indietro quindi e anni e anni di battaglie a favore degli animali e dell’ambiente cancellate in una notte. Cosa ne sarà adesso della legislazione sulla protezione e il benessere degli animali, della cura dei mammiferi marini, del divieto di avvelenamento dei cavalli, del Pianeta? Tante domande che per adesso sono senza risposta, ma quel che c’è di certo è che la vittoria di Trump decreta la sconfitta del mondo animale e ambientale.
Dominella Trunfio