L’Italia riapre le scuole ultima in Europa. E in tutto questo il rientro in aula sarà (anche) un autentico disastro ambientale.
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È dura ma ce la faremo, i nostri bimbi ritorneranno a scuola e forse davvero “andrà tutto bene”. Poi ci si guarda intorno e ci vuole un attimo per pensare l’esatto opposto. Le sensazioni cambiano alla velocità delle luce, complice in negativo la meno veloce capacità del nostro paese di rispondere a un’esigenza primaria: mettere al centro i bisogni dei bambini. L’Italia riapre le scuole ultima in Europa. E in tutto questo il rientro in aula sarà (anche) un autentico disastro ambientale. Dalle merendine confezionate al divieto di utilizzare finanche le bici, quest’inverno sarà difficile anche per il nostro Pianeta.
Ogni mascherina si traduce in milioni di mascherine, ogni telo usa e getta è in realtà milioni di teli usa e getta. Quanto ci costerà ancora questa pandemia?
Il Bel Paese è in ritardo in fatto di organizzazione, evidentemente “confortato” dalla logica che tanto ogni istituto scolastico ha la sua autonomia. Ma qui casca l’asino: proprio quel ritardo nella pubblicazione delle linee guida, arrivate solo ad agosto (da marzo…), ha lasciato poco margine ai dirigenti per trovare un filo nell’organizzazione di ogni singola struttura (basti pensare che in molti stanno ancora aspettando i banchi).
E non solo: ognuno fa da sé e ordina una serie infinita di roba che Greta Thunberg impallidirebbe.
Le mascherine usa e getta
Gli alunni e gli insegnanti dovranno usare preferibilmente una mascherina chirurgica e per questo il commissario speciale per l’emergenza coronavirus Domenico Arcuri ha annunciato l’intenzione di fornire 11 milioni di dispositivi di protezione agli istituti italiani con misure e taglie differenti a seconda dell’età.
Ciò significherà produrre quotidianamente 44 tonnellate di rifiuti da smaltire attraverso l’incenerimento.
Le mascherine chirurgiche usa e getta per la scuola produrranno 44 tonnellate di rifiuti ogni giorno
Eppure esistono anche delle mascherine riutilizzabili certificate dal ministero della Salute uguali alle mascherine chirurgiche usa e getta e così molti ambientalisti hanno chiesto al Cts di non fornire 11 milioni al giorno di mascherine monouso ma fornire 11 milioni di mascherine riutilizzabili certificate fornendo agli studenti tutte le informazioni su come lavare e stirare questi dispositivi (Fonte: adnkronos).
L’igiene delle mani e degli ambienti
Una delle misure essenziali da cui non si può prescindere è l’igiene delle mani, oltre che degli ambienti. Ciò comporterà l’uso di disinfettanti in quantità industriali: alcol e candeggina, saponi e salviette usa e getta come se piovesse. E, in molti istituti – soprattutto negli asili nido – viene richiesto un ulteriore aggravio: asciugamani usa e getta.
Già un’analisi dei mesi scorsi effettuata da Nielsen, una società di misurazione e analisi dati sull’andamento dei consumi, aveva registrato un aumento delle vendite nelle categorie per la cura della casa (+24,9%), trainate da prodotti come alcol denaturato: +347% e candeggina +87,8%); ma anche della cura della persona (+19,6%), in particolare il parafarmaceutico (+148%), le salviettine umidificate (+260,3%), e il sapone per le mani, liquido e solido (+83,5%) (Fonte: Nielsen).
Con la riapertura delle scuole ci sarà un’ulteriore impennata e speriamo vivamente che, quanto alla pulizia degli ambienti indoor ci sia sempre una adeguata e regolare areazione degli spazi.
I vecchi banchi
Per i famosi banchi monoposto non sarebbe stata fatta alcuna valutazione ambientale e in più i vecchi banchi che fine hanno fatto? Dove e come sono stati smaltiti?
Merendine confezionate, sacchi per le giacche…
Molti nostri lettori ci fanno sapere come si sono organizzate le scuole dei propri figli e c’è qualche struttura che si è fatta decisamente prendere la mano.
Diciamo pure addio ad ogni nostro tentativo di avvicinare i più piccoli ad una sana alimentazione e all’importanza di utilizzare prodotti sani: in moltissime scuole, soprattutto quelle dell’infanzia, si è per esempio deciso che la merenda da portare in aula dovrà essere solo ed esclusivamente confezionata. Con buona pace di salute e amore per l’ambiente (sono ancora tantissimi i marchi che, per esempio, utilizzano olio di palma).
Quello che ci resta da consigliarvi è di rivolgervi al biologico oppure di leggere sempre bene e attentamente le etichette. Oramai sono davvero tantissimi i marchi attenti agli ingredienti da utilizzare.
Alla stessa stregua, molti dirigenti hanno optato per far portare da casa delle buste usa e getta dove porre il giubbotto del bimbo all’arrivo. Anche qui potremmo consigliare di portarvelo con voi e farlo reindossare quando tornate a prendere il pupo (se ve lo fanno fare).
Il nodo dei trasporti
Nemmeno sul piano della mobilità non stiamo messi meglio. Quest’anno più di 2 milioni di bambini e ragazzi cambieranno mezzo di trasporto e passeranno dall’uso dei mezzi pubblici alle auto, per paura del Covid, per ridotta capacità mezzi pubblici e per l’esigenza degli ingressi scaglionati.
La recente riforma del Codice della Strada purtroppo non ha reso obbligatorie a livello nazionale le strade scolastiche, come più volte richiesto dalle associazioni, mentre alcune scuole considerano addirittura infette anche le bici, per cui vietano di parcheggiarle nei cortili interni.
Quel che ci spaventa, insomma, è che l’utilizzo dell’usa e getta così amplificato nelle scuole (ma anche negli uffici!) e tutto ciò che è intorno alla frequentazione giornaliera avrà un forte impatto ambientale di cui prima o poi conteremo a numeri i danni e che sia altamente diseducativo nei confronti delle nuove generazioni.
Per ora per questa via si passa? Sacrosanto: la sicurezza sanitaria deve essere messa al primo posto. Ma speriamo che chi decide nelle nostre scuole abbia presente che esistono moltissimi prodotti certificati e validati da un punto di vista sanitario che sono riutilizzabili e riciclabili.
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