Ritirato un articolo scientifico sul fumo protettivo nei confronti del Covid. Due autori erano legati a fondi dell'industria del tabacco.
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L’industria del tabacco torna sotto i riflettori mondiali con un altro caso che fa riflettere sul predominio del profitto economico sulla tutela della salute umana, anche e soprattutto in questa fase pandemica.
Su temi sensibili come la salute pubblica e le malattie respiratorie, l’attenzione scientifica mondiale è giunta ormai ai massimi livelli. Il cd. “paradosso del fumatore“, che include i fumatori tra le categorie di persone a basso rischio di contrarre il Covid, si è rivelato una falsità, o meglio, una falsa illusione dovuta ad evidenti lacune conoscitive, alla scarsità di dati quantitativi affidabili sul fenomeno, e alla distorsione dei contenuti informativi.
I fumatori e il rischio Covid
Il Covid-19 è infatti una malattia infettiva che colpisce primariamente i polmoni. Cosa c’è di peggio per un fumatore?
Infatti, un paper scientifico apparso lo scorso 30 luglio nell’European Respiratory Journal (prima in prestampa e poi in early view) — nel quale si sosteneva che i fumatori fossero a minor rischio (con una probabilità stimata al 23%) di contrarre l’infezione da Covid-19 rispetto ai non fumatori — è stato ritirato, su richiesta dell’editore e della direzione della rivista, a causa dei presunti legami finanziari di due autori con l’industria del tabacco. Tali legami non sarebbero mai stati dichiarati alla direzione della rivista. Un chiaro conflitto di interessi che lascia aperti molti interrogativi sul rigore scientifico e sulla trasparenza di alcuni studi internazionali.
L’articolo in questione era l’esito di una ricerca condotta da un team dell’Università dei Pireo (Grecia), in collaborazione con l’università dello Utah (Stati Uniti). L’autore capofila, Theodoros Giannouchos, attualmente lavora come post-doc all’università statunitense, mentre il ricercatore senior è Konstantinos Farsalinos, autore ben noto a chi si occupa di ricerca sull’uso delle sigarette elettroniche.
Un intreccio di interessi
Alcuni sostenitori delle sigarette elettroniche ritengono che la nicotina abbia addirittura un effetto protettivo nei confronti del Covid-19. Anche secondo il paper “incriminato” i fumatori positivi al covid non mostrerebbero particolari esiti avversi dell’infezione. Inoltre, a loro avviso, i fumatori avrebbero un rischio significativamente inferiore di contrarre il virus.
Al contrario, l’Oms ha avvertito che il fumo potrebbe rappresentare un indiscutibile fattore di rischio nel caso di infezioni respiratorie come quelle da coronavirus; di conseguenza, i fumatori sarebbero esposti a maggiori rischi rispetto ai non fumatori nell’esibire i sintomi gravi di questo tipo di infezione (ad esempio, per i pazienti fumatori ospedalizzati, sarebbe maggiore la probabilità di entrare in terapia intensiva, di far ricorso ai ventilatori e di decesso).
Un passo indietro
Nell’avviso di ritrattazione, pubblicato sul sito della rivista lo scorso 4 marzo (nonostante l’opposizione dei suoi autori al ritiro della loro opera, che promettono di sottoporre ad un’altra rivista) viene spiegato che l’autore José M. Mier, al momento della presentazione del manoscritto, avrebbe ricoperto un ruolo di consulenza per l’industria del tabacco in tema di mitigazione del rischio associato al fumo. Un altro autore, Konstantinos Poulas, in quel periodo lavorava per l’Ong greca NOSMOKE, con sede presso il Parco della Scienza di Patrasso, un polo scientifico per l’innovazione che riceve finanziamenti dalla Foundation for a Smoke Free World, che dipende dai giganti dell’industria del tabacco.
Insomma, quando le lobby del tabacco entrano in gioco, sono in pericolo non solo l’integrità della ricerca scientifica, ma anche la nostra salute.
Fonti: Retraction notice-European Respiratory journal/Retraction Watch/WHO
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