Come pulire e utilizzare in sicurezza i condizionatori ai tempi del coronavirus, sia in ambito domestico che negli ambienti di lavoro.
Utilizzare il condizionatore ai tempi del coronavirus richiede qualche accortezza in più. Difatti il getto d’aria, a quanto pare, aumenta il raggio d’azione delle particelle, incluse quelle del Covid-19. Questo significa che se normalmente esse non percorrono distanze maggiori al metro, corrispondente alla distanza di sicurezza, con un condizionatore nei paraggi possono trasmettersi oltre.
Lo ha dimostrato anche un recente studio cinese condotto su 3 famiglie contagiate in un ristorante, secondo il quale l’aria condizionata può aiutare la trasmissione di goccioline infette.
Ecco perché SIMA, Società Italiana di Medicina Ambientale, consiglia di utilizzare condizionatori con flusso in entrata e in uscita, e ha stilato un vademecum con alcuni consigli per la sicurezza, sia che il condizionatore venga utilizzato in casa propria che in ufficio, negozio, ambulatorio o altri ambienti, privati e pubblici, di dimensioni medie o ridotte.
Innanzitutto Sima suggerisce di lavare con acqua e sapone liquidi i filtri degli split, di pulire con un igienizzante le loro parti esposte e di lasciar asciugare il tutto prima di accendere l’impianto.
Anche i motori esterni vanno sanificati periodicamente così come gli impianti canalizzati prima dell’attivazione, ma meglio che a farlo siano tecnici specializzati.
Molto importante poi il ricambio d’aria e, quindi, l’apertura delle finestre per diversi minuti al giorno, e più volte, in modo da ridurre l’inquinamento indoor.
Per filtrare l’aria esterna in entrata bisogna utilizzare sistemi di Ventilazione Meccanica Controllata e per purificare e monitorare l’aria indoor bisogna dotarsi di sistemi di purificazione e monitoraggio appositi.
Meglio inoltre evitare il flusso d’aria dall’alto verso il basso e puntato direttamente sulle persone, direzionandolo verso l’alto. Per quanto riguarda i tassi di umidità interni, nella stagione estiva l’ideale è tra il 50% e il 70%, nella stagione invernale tra il 40% e il 60%.
Anche l’Iss, Istituto Superiore di Sanità, si è espresso in merito agli impianti di ventilazione, affermando che è importante pulire regolarmente prese e griglie di ventilazione dell’aria nei condizionatori domestici, utilizzando un panno inumidito con acqua e sapone o con alcol.
Mentre per quanto riguarda gli uffici pubblici, l’Iss consiglia di mantenere accesi, e in buono stato di funzionamento, gli impianti di ventilazione meccanica controllata, eliminando il ricircolo dell’aria e monitorando i parametri microclimatici. Consiglia poi di pulire bene i filtri e di utilizzare pacchi filtranti efficienti.
A proposito di pulizia e cambio periodico dei filtri, qui vi spieghiamo passo passo come eseguirli correttamente.
Condizionatori e coronavirus: il parere delle associazioni di produttori
Se da un lato c’è lo studio cinese secondo il quale l’aria condizionata aumenta il rischio di contrarre il coronavirus, dall’altro le associazioni di produttori di condizionatori e pompe di calore ne smentiscono i risultati, affermando che la ricerca presenta numerose criticità.
Difatti ripetere le stesse circostanze del contagio, “causate principalmente dal formarsi di una zona di aria stagnante dovuto alla cattiva gestione dei flussi d’aria e a un periodo di esposizione molto prolungato“, come sarebbe accaduto nel ristorante cinese, non è a loro parere possibile e, quindi, la ricerca in questione non è del tutto attendibile e non prova la pericolosità dei condizionatori.
L’epidemiologo Pier Luigi Lopalco, durante un intervento a Radio Capital in merito al dibattuto argomento, ha a sua volta affermato che l’aria condizionata non ha alcun effetto sulla trasmissione del Covid-19. E che semmai i problemi potrebbero dipendere dai flussi d’aria creati dai condizionatori, che potrebbero spostare le goccioline contenenti il virus oltre il metro di distanziamento. Ma appunto, solo se l’aria condizionata crea dei flussi.
D’altra parte, secondo le associazioni di produttori, il condizionatore non è rischioso perché non movimenta troppo l’aria se azionato a bassa velocità, e presenta inoltre il vantaggio di raffreddarla e filtrarla. Per quanto riguarda poi le abitazioni private, dove l’aria non è infetta, il rischio praticamente non esiste.
Anche l’associazione indiana RAMA, The Refrigeration and Air Conditioner Manufacturers Association, è dello stesso parere e addirittura ritiene che l’utilizzo dei condizionatori possa essere benefico perché mantenere nell’ambiente una temperatura tra i 24° e i 30°, e un tasso di umidità tra il 40 e il 70%, favorisce le naturali immunità personali e la resistenza alle infezioni, purché ovviamente i filtri vengano correttamente puliti e venga eseguita una corretta manutenzione.
Inoltre numerose associazioni di settore concordano nel ritenere che la ventilazione dell’aria, e la sua filtrazione, riduca “la concentrazione di SARS-CoV-2 negli ambienti, limitando il rischio di trasmissione“. Senza contare che, a loro parere, i climatizzatori che riciclano aria dall’esterno possono essere utili a livello preventivo, dato che impediscono alle goccioline respiratorie di depositarsi sulle superfici o di rimanere sospese nello stesso posto. Insomma, un altro punto di vista da tenere in considerazione.
FONTI: Sima/Istituto Superiore di Sanità/Quotidianosanità
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