L’integrazione di vitamina D riduce del 64% i decessi per Covid-19, la nuova conferma

Un nuovo studio ha confermato, ancora una volta, che l’integrazione con vitamina D3 nei pazienti ospedalizzati con Coronavirus ha ridotto i decessi del 64%.

Secondo i risultati dello studio, fornire ai pazienti ricoverati con Covid-19 un integratore di calcifediolo, o vitamina D3, ha ridotto i ricoveri in terapia intensiva dell’82% e la mortalità complessiva del 64%. 

Lo studio ha anche scoperto che le persone che avevano già un alto livello di vitamina D avevano il 60% in meno di probabilità di morire. Secondo la ricerca, inoltre, la vitamina D può ridurre il rischio di morte per Covid-19 negli anziani fino al 700%.

Si tratta di uno studio preprint, ma che conferma i risultati di tantissime altre ricerche, come ad esempio quella del settembre 2020, pubblicata su JAMA, che aveva rilevato che più alti sono i livelli di vitamina D di una persona, meno è probabile che risulti positiva al Covid-19. Un altro studio pubblicato nel giugno 2021 ha rilevato che la carenza di vitamina D è associata a un aumento del rischio di infezione e mortalità da Covid-19. Questo studio ha esaminato i dati provenienti da tutto il mondo.

Un altro ancora, pubblicato sulla rivista Nature, aveva scoperto che il livello di vitamina D di una persona è un fattore che contribuisce alla gravità dell’infezione. Alcuni studi hanno anche rilevato che esiste una correlazione tra i livelli di vitamina D nella società e le epidemie.

Secondo gli autori della nuova ricerca, inoltre, nell’autunno del 2020 si è verificato un aumento dei risultati positivi giornalieri in 18 paesi europei; questi risultati erano correlati con la latitudine, l’esposizione al sole e i livelli di vitamina D degli abitanti. Quindi, la vitamina D è fondamentale per il benessere del nostro sistema immunitario, favorisce la produzione di globuli rossi, e rende il nostro organismo più forte nella risposta contro i virus.

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Fonte: NCBI

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