Il Governo ha stanziato 150 milioni di euro per indennizzare coloro che hanno subito eventuali danni a seguito della vaccinazione anti Covid
Il Governo ha stanziato 150 milioni di euro per indennizzare coloro che hanno subito eventuali danni a seguito della vaccinazione anti Covid. La possibilità è estesa anche ai soggetti non obbligati a vaccinarsi (ovvero gli under 50).
La legge in realtà già esisteva e risale al lontano 1992: ‘Indennizzo a favore dei soggetti danneggiati da complicanze di tipo irreversibile a causa di vaccinazioni obbligatorie, trasfusioni e somministrazione di emoderivati’, che nel primo articolo recita:
Chiunque abbia riportato, a causa di vaccinazioni obbligatorie per legge o per ordinanza di una autorità sanitaria italiana, lesioni o infermità, dalle quali sia derivata una menomazione permanente della integrità psico-fisica, ha diritto ad un indennizzo da parte dello Stato, alle condizioni e nei modi stabiliti dalla presente legge
Con l’estensione ai vaccini anti-Covid tale indennizzo potrà essere richiesto anche da parte di coloro che non sono soggetti ad obbligo formale (ma comunque alle restrizioni più severe riservate ai non vaccinati).
I fondi per i risarcimenti sarebbero di 50 milioni di euro per il 2022 e 100 milioni di euro per il 2023, contenuti nella bozza del decreto legge ‘Sostegni Ter’, della quale ci si aspetta a breve pubblicazione definitiva.
Il tutto arriva mentre gli studi sui vaccini anti-Covid in commercio continuano.
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In particolare, una ricerca guidata dall’Erasmus Medical Center di Rotterdam e pubblicata sul New England Journal of Medicine dimostrerebbe come la dose booster sia in grado di alzare in modo significativo i livelli di protezione di chi si è sottoposto alla vaccinazione con una singola dose di vaccino Johnson&Johnson e come il richiamo sia leggermente più efficace se effettuato con un vaccino a mRNA (Pfizer o Moderna).
Dal lavoro è stato condotto su 461 operatori sanitari che avevano effettuato la vaccinazione a dose singola con il prodotto Johnson e che, dopo circa tre mesi, hanno fatto il richiamo con lo stesso vaccino o con un vaccino a mRNA. E mostrerebbe anche la sicurezza della vaccinazione eterologa.
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Fonti: adnkronos / England Journal of Medicine
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