Covid-19: il gruppo sanguigno influisce sul contagio e la gravità della malattia. La conferma in un nuovo studio

Un nuovo studio conferma quanto già scoperto precedentemente: il Covid-19 è più pericoloso per chi possiede determinati gruppi sanguigni

Un nuovo studio, condotto in Canada, ha preso in esame ancora una volta il rapporto tra gruppi sanguigni e maggiore o minore forza del Covid-19. Anche in questo caso i risultati evidenziano come il gruppo sanguigno possa fare la differenza nel contagio e nella gravità della malattia una volta contratta.

Un ampio studio condotto su 225.556 persone da un team dell’Institute for Clinical Evaluative Sciences di Toronto, aggiunge prove a quanto già ipotizzato da precedenti ricerche: le persone con sangue di tipo O o Rh negativo sono meno a rischio di contrarre il Covid-19 o comunque tendono a contrarlo in forma più lieve.

L’obiettivo degli scienziati era proprio determinare se i gruppi sanguigni ABO e il fattore Rh potessero essere associati a un rischio maggiore (o minore) di contrarre l’infezione da SARS-CoV-2 e sviluppare la malattia in forma grave.

Per capire questo, lo studio, pubblicato su Annals of Internal Medicine, ha confrontato i dati relativi ad un campione di persone che tra il 2007 e il 2019 erano state sottoposte ad analisi del sangue per determinare il proprio gruppo di appartenenza e che poi, nel corso di quest’anno, avevano eseguito il tampone per coronavirus.

Secondo i risultati ottenuti, chi è di gruppo 0 ha il 12% in meno di possibilità di contrarre il coronavirus, percentuale che sale a 21% se si ha l’Rh negativo. Inoltre, il rischio di una forma grave di Covid-19 o di morte era inferiore del 13%  rispetto alle persone di gruppo A, AB o B.

A 1.328 delle oltre 200mila persone testate è stata diagnosticata una grave forma di Covid-19 o erano morte. Le probabilità erano più elevate tra i gruppi sanguigni AB e B e con Rh-positivo.

Chi ha gruppo sanguigno 0 potrebbe aver sviluppato anticorpi in grado di riconoscere alcuni aspetti del nuovo virus, ha dichiarato alla Reuters Joel Ray del St. Michael’s Hospital di Toronto, coautore dello studio:

“Il nostro prossimo studio esaminerà specificamente tali anticorpi e se questi possono spiegare l’effetto protettivo”

I ricercatori ci tengono a specificare inoltre che:

“Anche se abbiamo visto un’associazione statisticamente significativa tra gruppo sanguigno e malattia grave o morte, si presumeva anche che avessimo correttamente identificato una malattia grave associata a Covid-19. Il nostro risultato composito non includeva il tromboembolismo venoso, che è una complicanza ben descritta di Covid-19. È anche interessante il fatto che il fenotipo e il genotipo del gruppo sanguigno O sia associato a un ridotto rischio di tromboembolia venosa, probabilmente perché i membri del gruppo O hanno livelli plasmatici inferiori”.

Resta anche da determinare se queste informazioni possano influenzare in qualche modo la prevenzione o le strategie di trattamento del Covid-19.

Fonti: CTV news / Reuters/ Annals of Internal Medicine

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