Perdere gusto e olfatto è spesso un sintomo dell’infezione da Covid-19: oggi sappiamo che questo è associato ad alterazioni della lingua
Perdere gusto e olfatto è spesso un sintomo dell’infezione da Covid-19: oggi sappiamo che questo è associato ad alterazioni della lingua, grazie ad uno studio del Servicio de Dermatología del Hospital Universitario La Paz di Madrid. La scoperta può portare a diagnosi precoci della malattia.
I medici ricercatori dell’Hospital Universitario La Paz hanno chiamato lingua Covid una lingua con aumento di dimensioni e altre lesioni come aree più lisce, spesso associate alla perdita del gusto. Questo sintomo – era già noto – può essere un segno della presenza del SARS-CoV-2, e oggi sappiamo che può essere anche “visibile”, incrementando la probabilità di diagnosi precoci dell’infezione (Leggi anche: Covid19: la perdita di gusto e olfatto è un sintomo che disorienta più del previsto).
Lo studio è stato guidato dal Servizio di dermatologia del nosocomio madrileno, con la partecipazione di otto medici di base che hanno curato pazienti con polmoniti da covid-19 conclamate, nel mese di aprile, nel corso della prima ondata di pandemia.
I risultati hanno mostrato che il 25% dei malati, 1 su 4, presentava alterazioni nella lingua e nella bocca, ma non solo: fino al 40% anche nei palmi delle mani e nelle piante dei piedi, con sensazione di bruciore e arrossamento seguito, in alcune occasioni, da desquamazione o dalla comparsa di alcune piccole macchie molto caratteristiche.
Lo studio, comunque, presenta alcuni limiti, come sottolineato dagli stessi ricercatori: innanzitutto solo pazienti con polmonite da SARS-CoV-2 da lieve a moderata sono stati inclusi nello studio, senza possibilità di fornire dati sulla malattia della pelle in pazienti asintomatici o con forme più gravi. Inoltre tutti i pazienti erano adulti e la prevalenza dei reperti mucocutanei può essere diversa nei bambini. Infine, poiché il lavoro è stato condotto per un periodo di 2 settimane, alcune manifestazioni cutanee precedenti o tardive potrebbero essersi perse.
I limiti non inficiano però i risultati, piuttosto chiari.
“In sintesi, quasi la metà dei pazienti con polmonite da Covid‐19 da lieve a moderata, ricoverati in un ospedale da campo per un periodo di 2 settimane, ha mostrato reperti mucocutanei – scrivono gli autori della ricerca – La cavità orale è stata frequentemente coinvolta e merita un esame specifico in circostanze appropriate per evitare il rischio di contagio. Rossore e gonfiore delle mani e dei piedi, desquamazione palmo-plantare fine e macule da rossastre a brune possono aiutarci a diagnosticare l’infezione da Covid-19 e devono essere controllati regolarmente”.
L’infezione era stata collegata a molteplici sintomi: respiratori, trombotici, neurologici, digestivi o cutanei. Questi ultimi sono stati classificati in cinque tipi, ma le alterazioni orali e le lesioni palmo-plantari non erano state prese in considerazione. Questi risultati aggiungono dunque un importante tassello in più nel patchwork di conoscenza della pandemia che ci ha sconvolto tutti.
Il lavoro è stato pubblicato sul British Journal of Dermatology.
Fonti di riferimento: Comunidad de Madrid / British Journal of Dermatology