I visoni di vari paesi del mondo hanno contratto il coronavirus. E il timore è che possa accadere anche negli allevamenti italiani
Chiudere tutti gli allevamenti di visoni anche in Italia, questa la richiesta al Ministro speranza e la petizione lanciata dalle associazioni animaliste anche alla luce di quanto successo in Olanda e in Danimarca
Circa 10 giorni fa il governo danese ha ordinato l’abbattimento di 2,5 milioni di visoni negli allevamenti colpiti dal coronavirus. Gli animali, loro malgrado, sono particolarmente soggetti al Sars Cov 2 e il rischio è che possano contagiare anche l’uomo. E in Italia?
Anche nel nostro paese esistono vari allevamenti di visoni, che stanno destando non poca preoccupazione. Tante sono ancora le incertezze su come il virus attacchi questi animali e sulla possibilità che da essi possa passare anche all’uomo.
Secondo uno studio, pubblicato su Science, il virus SARS-CoV-2 ha infettato tali mammiferi negli Usa ma anche in Danimarca, Paesi Bassi e Spagna. A giugno, le autorità di questi paesi hanno gasato centinaia di migliaia di animali, preoccupati che il visone potesse ospitare il virus a tempo indeterminato, consentendo alle infezioni di persistere tra gli animali da allevamento e potenzialmente diffondersi all’uomo.
La Danimarca prevede di ucciderne 2,5 milioni. In Danimarca sono almeno 93 i focolai, numerosi anche quelli segnalati in Spagna e negli Stati Uniti.
Se da una parte alcuni animali muoiono nel giro di un giorno dal momento in cui si infettano, dall’altra, essi restano asintomatici costituendo un rischio per tutti gli altri. Come gli esseri umani, quelli infetti possono non mostrare sintomi o sviluppare gravi problemi, inclusa la polmonite.
Particolarmente critica la situazione anche in Olanda, dove si sono verificati oltre 60 focolai che hanno colpito quasi la metà di tutti gli allevamenti. Per questo il governo ha deciso, con tre anni di anticipo, di chiudere tutti gli allevamenti di visoni.
E l’Italia?
Il nostro paese ospita circa 60.000 animali. Secondo le stime fornite da Essere animali, essi sono distribuiti in una decina di allevamenti nelle province di Brescia, Cremona, Padova, Venezia, Forlì, Ravenna, L’Aquila. Solo nel 2020, ne sono stati uccisi 100.000.
Purtroppo, com’è accaduto anche all’estero, c’è il rischio che essi possano diventare focolai di contagio per l’uomo. Per questo la LAV ha lanciato una petizione per chidere al governo italiano di vietare definitivamente l’allevamento di visoni nel nostro Paese, insieme a quello di ogni altro animale per la produzione di pellicce:
“Come se la sofferenza di milioni di animali sfruttati in condizioni disumane per la produzione di pellicce non bastasse per chiuderli, ora dobbiamo fare i conti con i seri rischi sanitari di questi allevamenti” scrive la LAV.
Da una parte il problema riguarda la salute dei visoni e le condizioni in cui vengono allevati. Dall’altra, la presenza di tanti animali ammassati in spazi ristretti favorisce un eventuale contagio da coronavirus, mettendo a rischio anche allevatori, veterinari e operatori del settore. Tanti motivi per porre finre all’allevamento dei visoni, seguendo l’esempio di molti altri stati europei.
Per questo la LAV ha rinnovato la richiesta al Ministro della Salute, Roberto Speranza, di vietare definitivamente nel nostro Paese l’allevamento di visoni e di ogni altro animale per la produzione di pellicce e la petizione che al momento ha superato le mille firme.
Fonti di riferimento: Essere animali, Science, Lav
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