La Russia invade l'Ucraina e gli effetti nefasti si fanno sentire sui mercati di tutto il mondo: alle stelle i costi delle materie prime come il petrolio e il grano
La guerra in Ucraina è ufficialmente iniziata da poche ore, a seguito dell’invasione militare da parte di Putin, e già si vedono i primi effetti nefasti anche sul prezzo del petrolio e di altre materie prime, come il grano, letteralmente schizzato alle stelle in tutto il mondo. È un giovedì nero praticamente ovunque.
A Londra il Brent ha superato quota 100 dollari al barile per la prima volta dal 2014. Il Wti (West Texas Intermediate), invece, sfiora i 95,4 dollari al barile. Una situazione che avrà pesanti ripercussioni sulle tasche dei cittadini, compresi quelli italiani, già alle prese con la crisi provocata dalla pandemia. Il rischio è quello di ritrovarsi con gli scaffali dei supermercati vuoti a causa del blocco dei trasporti, provocato dal caro carburante. Se prima lo scenario era critico, adesso – con lo scoppio del conflitto ucraino – è drammatico. Il rublo, la valuta russa, è al momento al minimo storico e sono stati sospesi tutti gli scambi con la Borsa di Mosca. Pure l’euro è in calo sul dollaro (perdendo lo 0,54%) dopo l’attacco da parte di Mosca.
Tra le materie prime che hanno subito un’impennata dei costi spicca il grano e il mais, di cui l’Ucraina e la Russia sono grandi esportatori a livello mondiale, sale di oltre il 5% e si teme un effetto domino su prodotti derivati come pane e pasta, già colpiti dalla crisi negli ultimi mesi. Già i prezzi del mais era aumentato negli ultimi giorni di quasi il 3%, mentre il grano di quasi il 6%.
I pesanti effetti collaterali della guerra si fanno sentire anche sull’oro, che ha toccato il massimo dell’ultimo anno, guadagnando il 2% a 1.950 dollari l’oncia, dopo l’invasione della Russia in territorio ucraino. E purtroppo siamo soltanto agli inizi di una guerra che si preannuncia lunga e sanguinaria.
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